Anche a Genova sale il numero dei richiedenti asilo.
Il capoluogo ligure segue una tendenza nazionale, basti pensa ai numeri del settembre 2021 quando gli arrivi constavano a 39.733 persone, nel settembre 2022 61.483 e oggi siamo passati a 114.844 arrivi.
Ieri in consiglio comunale il consigliere Federico Bertorello (Lega) ha chiesto alla giunta informazioni sui numeri effettivi a Genova.
“Il comune non ha percezione degli arrivi, ma siamo in contatto con il prefetto e anche per loro è difficile organizzare i CAS (centri di accoglienza straordinaria ndr) perché i numeri cambiano da un momento all’altro a seconda degli arrivi - spiega in aula l’assessore alle politiche sociali Lorenza Rosso - L’assegnazione è coordinata dalla Prefettura di Genova, con un concentramento in città e successivamente con lo smistamento nelle altre città della Liguria. Allo stato attuale risultano assegnati alla Prefettura di Genova oltre 2000 posti: ma occorre evidenziare come i posti variano a seconda delle tipologie di accolti (strutture per nuclei familiari o per singoli) e dall’ottenimento dello status di protezione internazionale che permette la collocazione nei vari progetti SAI dei vari comuni.
Sul territorio ci sono 183 posti per minori stranieri non accompagnati e questo vuol dire che dobbiamo incrementare i setting che sono saturi. A oggi i minori stranieri non accompagnati sono circa 600”.
Nei giorni scorsi ci si è attivati con la messa a disposizione degli spazi dell’ex Ostello della Gioventù a Righi, sulle alture di Genova. Ora la struttura ospita una ventina di profughi.
In sala rossa la Lega ha ribadito quanto detto nei giorni precedenti dal segretario provinciale di Genova Francesca Corso e dal consigliere regionale Alessio Piana che avevano espresso la loro contrarietà ai nuovi arrivi sostenendo che il capoluogo ligure sarebbe saturo.
“È un tema certamente difficile da affrontare quello della gestione dei minori non accompagnati che giungono attraverso i canali ministeriali - ha detto in aula Bertorello - Nella nostra città è davvero di difficile gestione. La crisi tunisina ha acuito le partenze, complice anche la stagione estiva e gli scafisti criminali che lucrano dietro il trasferimento dei migranti in Europa.
Vorrei ribadire con forza che noi siamo stufi di questa situazione subita dal comune di Genova come da altri comuni. È evidente che qui c’è una lacuna enorme da parte dell’Unione Europea.
La colpa è dell’Unione Europea che se ne lava le mani e lascia la problematica al governo italiano e, a sua volta, ai comuni che hanno poche risorse.
Genova ha pochi spazi e ha fatto il possibile in tutti questi anni. Auspichiamo che il governo, in cui noi facciamo parte, cambi però la politica migratoria, francamente ci aspettavamo qualcosa di più da parte di tutti gli esponenti di questo governo”.
Critiche dunque al governo Meloni da parte del consigliere Bertorello e altre critiche sono arrivate nelle scorse ore da un altro ex consigliere comunale, ora senatore, Luca Pirondini che mette sulla lente d’ingrandimento questa spaccatura tra Lega e Fratelli d’Italia:
“Siamo passati dalla stupidaggine del blocco navale alla ricerca degli scafisti in tutto il globo terraqueo. Due chiari esempi sia delle bugie propinate (consapevolmente?) agli elettori nel 2022, sia delle politiche fallimentari della destra di fronte all’emergenza di chi scappa da guerre, carestie, disastri climatici.
Un fallimento che oggi la stessa Lega ligure, alleata peraltro di FdI, certifica con un ‘basta migranti a Genova, non ci sono più spazi’, smentendo di fatto la narrazione di questi giorni.
I numeri vanno letti e non interpretati secondo le proprie esigenze, come stanno invece facendo la premier e il Viminale: rispetto al 2020 gli sbarchi sono triplicati. Punto. Ed è un dato drammatico al quale la destra oggi oppone irricevibili giustificazioni. Se lo stesso dato lo avessimo avuto con Salvini e Meloni all’opposizione, sentiremmo parlare da mattina a sera di invasione! Anziché cercare i colpevoli in Europa, la destra ammetta di aver fallito. Platealmente”.