Politica - 04 settembre 2023, 17:30

Matteo Frulio: “Il Ponente è la discarica dei problemi e delle servitù”

Le riflessioni del consigliere municipale sui cassoni al porto di Pra’, i depositi chimici di Multedo, il nuovo casello autostradale di Pegli, il capolinea di Voltri e le altre questioni che infiammano questa porzione di territorio

Matteo Frulio: “Il Ponente è la discarica dei problemi e delle servitù”

La fabbrica dei cassoni al porto di Pra’, i depositi chimici a Multedo, il nuovo casello autostradale di Pegli. E ancora: i piani di espansione portuale, il capolinea di Voltri con il taglio delle alberature, il rapporto sempre più sfilacciato tra i cittadini e le istituzioni che li rappresentano, a cominciare al Municipio, ovvero quella più prossima sul territorio. Matteo Frulio, consigliere municipale del Partito Democratico al VII Ponente e componente della segreteria genovese del partito, traccia alcune riflessioni sui principali temi d’attualità di quella porzione di ‘grande Genova’ che spesso è considerata da Genova come un luogo dove scaricare problemi e servitù: da Multedo a Voltri.

“Credo che il ponente di Genova - sostiene Frulio - si senta in qualche modo sotto assedio, nei piccoli e nei grandi progetti. I piani di espansione portuale, l’uscita autostradale di Multedo, le questioni relative allo stop dello spostamento dei depositi chimici, sino al più piccolo progetto che prevede l’abbattimento delle alberature per il capolinea degli autobus a Voltri. Si sta creando senza alcun senso, testardamente, una polveriera. Penso che si sia arrivati a un punto di non ritorno e la tensione rischia di salire in autunno”.

Frulio parte da un tema che ha sempre studiato e approfondito, ovvero l’ampliamento della piattaforma portuale di Pra’ e, conseguentemente, della diga verso Voltri, “così come gli attracchi del petrolchimico davanti a Pegli Lido che ormai da mesi vengono riproposti sulla stampa locale: tutti discorsi che sono stati rigettati anni fa, con dei paletti ben precisi che non sono mai stati superati. Vi erano ben altri progetti che emersero, ad esempio con l’Affresco di Renzo Piano, ancora oggi visibile al Museo Galata: un attracco pescherecci, una passeggiata, il collegamento pedonale tra Voltri e Pegli e una protezione visiva che mascherava l’impatto portuale, oltre ad infrastrutture ferroviarie che avrebbero limitato il passaggio dei camion e che stentano a iniziare nonostante ripetuti tagli di nastri e nastrini. Non bastano le dune come compensazione. Non bastano e non servono le compensazioni. Serve ritornare agli studi urbanistici dell’Affresco di Piano per capire che quella è l’unica soluzione per ritornare a parlare di un ponente vivibile, in grado di far convivere città e porto. E quel progetto non prevedeva alcun tipo di espansione, in nessuna direzione, proprio perché già tanto era stato pagato a caro prezzo nel ponente della città”.

Quanto al nuovo capolinea di Voltri, “in molti lo hanno visto sui social. Premesso che ci si sta ancora chiedendo, senza ottenere risposte, perché non si è proceduto alla risistemazione dell’attuale capolinea, come chiedemmo con la giunta Chiarotti dopo alcuni controlli statici sul ponte stesso. Nel progetto definitivo che, sottolineo, non ci è ancora stato presentato in Municipio, pare che vengano abbattuti i grandi alberi di via Camozzini su entrambi i lati, creando una gigantesca isola di calore: un fatto inaccettabile in un momento storico come questo”.

Il consigliere del Pd non cela il suo disappunto: “Il modus operandi è sempre lo stesso. Si presentano progetti senza condividerli con la popolazione e con i territori, pretendendo che questi vengano accolti con giubilo e ringraziando chi ha avuto queste mirabolanti, si fa per dire, idee. C’è arroganza, troppa arroganza in questo modo di amministrare la città. Il Municipio è ormai una scatola vuota che subisce impotente le decisioni dell’amministrazione centrale e che stenta a prendere posizione nei confronti di progetti eccessivamente impattanti. Ricevere le persone a palazzo senza schierarsi apertamente, partecipando attivamente alle proteste, non rende un amministratore vicino alla gente ma, anzi, fa percepire questo Municipio come vassallo di un monarca. Questa attuale Giunta municipale non scende ai piani bassi ma pretende che sia il popolo a recarsi al piano superiore, come se la cosa pubblica si dovesse svolgere nel chiuso dei palazzi di corte”.

Secondo Frulio, “la differenza tra le proteste degli inizi degli anni Duemila, in cui io ero nei comitati del ponente guidati da Arcadio Nacini, sta nel fatto che proprio dopo quelle proteste quell’amministrazione di centrosinistra ha elaborato i ‘paletti’ che hanno fermato l’espansione portuale, venendo incontro alle esigenze e alla forte richiesta di vivibilità della popolazione. Questa amministrazione, invece, mal tollera il confronto pubblico e procede per la sua strada, come ha fatto per la vicenda dei cassoni a Pra’, che verranno comunque fatti nonostante tutti, dal Municipio sino al viceministro, avevano assicurato proprio in Consiglio municipale che tutto ciò non si sarebbe fatto. È tutto tragicomico. In questa partita però non c’è niente di comico. Rimane la tragedia di un territorio che si vede piovere servitù con qualche palma e fiorellino come merce di scambio da collocare nei giardini o nella Fascia di Rispetto”.

I comitati del Ponente hanno organizzato un incontro pubblico alla Sala San Rocco di Pra’, il prossimo 15 settembre alle 20,30: “Parteciperò - conclude Frulio - come tutta l’opposizione agli eventi che i comitati organizzeranno. Non per mettere un ‘cappello’ sulle loro iniziative. Vengo da quel mondo ed è giusto che i comitati abbiano la loro sacrosanta indipendenza. La loro battaglia coincide con quello che anche noi riteniamo giusto, e allora bisogna scendere in piazza. Così come mi auguro che partecipino molti, moltissimi cittadini scontenti. Non solo quelli che hanno partecipato in primavera alla grande manifestazione organizzata dai comitati, ma anche coloro che hanno magari atteso e adesso, davanti ai fatti, sono rimasti profondamente delusi dall’atteggiamento di un sindaco e di un presidente di Regione che così poco pensano al benessere di questo pezzo di città”.

Alberto Bruzzone


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