“È stato violentato un nostro diritto”, così la comunità ecuadoriana di Genova e della Liguria definisce quanto avvenuto lo scorso 20 agosto in occasione delle elezioni presidenziali.
Domenica scorsa anche i cittadini all’estero sono stati chiamati alle urne per il rinnovo del parlamento nazionale e la nomina del nuovo presidente e vice presidente dell’Ecuador. Per la prima volta è stato sperimentato in larga scala anche il voto telematico ma qualcosa è andato storto: dopo le prime ore il sistema ha iniziato a dare problemi e la maggior parte dei cittadini non ha potuto esprimere il proprio voto.
In Liguria sono circa 13 mila i potenziali votanti e Genova è stata una delle prime realtà all’estero che hanno aperto al voto telematico in maniera sperimentale già lo scorso 5 febbraio quando gli ecuadoriani sono stati chiamati alle urne in occasione delle elezioni politiche.
Davanti al consolato si è creata una coda di cittadini ecuadoriani arrabbiati e delusi.
I malfunzionamenti del sistema potrebbero essere legati a un attacco informatico lanciato da più parti del mondo (India, Bangladesh, Pakistan, Russia, Ucraina, Indonesia e Cina).
La comunità non si è fermata e ha deciso così di scendere in piazza: ieri, sabato 26 agosto, un corteo di manifestanti da piazza Caricamento ha raggiunto piazza De Ferrari.
“Oggi abbiamo protestato per quello che è successo il 20 agosto - dice Gabriella Coronel, una dei manifestanti - Dall’Ecuador ci hanno promesso un voto telematico che funzionava ma, in realtà, non è stato così.
Il voto telematico ha funzionato soltanto per un’ora e poi nessuno ha più potuto votare. Solo un quinto degli ecuadoriani a Genova ha potuto votare. E questo voto telematico solo oggi è stato annullato. Avremo delle nuove elezioni per eleggere i parlamentari nazionali e quelli europei, purtroppo non sappiamo ancora con quali modalità.
Nella protesta di oggi abbiamo chiesto il voto in presenza, questo voto telematico non garantisce i nostri diritti. Prima di riproporci il voto telematico dovranno darci altre garanzie, quando ci saranno forse accetteremo il voto telematico ma oggi abbiamo bisogno del voto in presenza”.
I manifestanti hanno avviato una raccolta firme che lunedì saranno consegnate al Consolato per esprimere tutti il disappunto della comunità.
“È stato un fallimento per noi ecuadoriani, non c’è stata democrazia - aggiunge Johnny Lescano, un altro manifestante - Per questo siamo usciti in strada a invocare il nostro diritto.
Abbiamo contestato pacificamente per tutta la città di Genova che è la nostra seconda casa”.
IL RISULTATO DELLE ELEZIONI DEL 20 AGOSTO
Sarà ballottaggio nei prossimi mesi tra Luisa González del movimento Revolución Ciudadana, vicina all'ex presidente di sinistra Rafael Correa (ha raccolto il 33,31% delle preferenze) e Daniel Noboa, giovane imprenditore di Accìon Democratica Nacional, figlio di un noto imprenditore, il magnate delle banane Álvaro Noboa (ha raccolto il 23,66 % delle preferenze).
GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI
Il Consiglio elettorale nazionale (Cne) dell'Ecuador ha deciso che le elezioni parlamentari in tre circoscrizioni riservate ai cittadini ecuadoriani residenti all'estero saranno ripetute a causa di disfunzioni informatico.
La presidente del Cne, Diana Atamaint, ha chiarito che si ripeterà in data da destinarsi solo il voto per i sei membri del Parlamento riservati agli elettori all'estero, ma non quello per le presidenziali o per i referendum, i cui risultati son stati netti e non modificabili dai votanti residenti fuori dall'Ecuador.
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