Al termine della commemorazione alla Radura della Memoria il vice presidente del Consiglio dei Ministri e ministro alle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini ha sottolineato l’importanza di andare avanti con il processo in tempi brevi.
“Le vittime del Ponte Morandi Non sono vittime di una calamità o della sfortuna. Sono vittime dell'avidità, dell’incompetenza, dell'arroganza, della mancanza di manutenzione e quindi, pur non sostituendomi ai giudici, conto arrivi un giudizio, non una vendetta, che condanni chi ha incassato miliardi senza risarcire. Queste 43 vittime non torneranno a casa ma è corretto che la giustizia faccia il suo corso. Come ministro cercherò di recuperare qualche anno di "distrazione".
Siamo al Quinto anniversario, e il fatto che la sentenza di primo grado non arriverà prima del 2024 mi fa dire che bisogna riformare la giustizia. Ho letto testimonianze raccapriccianti di gente che diceva, come se nulla fosse, "ma si sapeva, era un rischio". Sono passato diverse volte sul ponte, ma quando ne attraverso uno penso sempre ci sia qualcuno che ha fatto i dovuti controlli.
Stiamo correndo per dare a Genova e alla Liguria quello che aspettano da decenni. Stiamo lavorando per i passanti della Gronda da Firenze e Bologna, poi il Terzo Valico, il Waterfront, insomma strade più larghe e moderne ma soprattutto vigilate. Sicuramente il Morandi è crollato perché qualcuno non ha reinvestito i miliardi che incassava nelle manutenzioni che avrebbe dovuto fare da contratto.
I cantieri rallentano l'utente ma sono segno di cura dei tratti autostradali. E poi servono nuovi sbocchi, per questo mi domando come nel 2023 vi siano ancora comitati no gronda. Questa vorrebbe dire meno tir meno inquinamento e meno traffico su Genova.
Dialogo tutti i giorni con concessionari autostradali e, ancora adesso, c'è chi pensa più al profitto e ai dividendi che alla manutenzione e alle nuove opere. Da ministro ho chiesto di invertire questo ordine. Chiaramente sono aziende e pensano anche ai guadagni, ma come Governo abbiamo il diritto e il dovere di intervenire e, come lo abbiamo fatto sulle banche, lo faremo sulle concessionarie autostradali.
Cosa direi a Castellucci? Faccio il ministro delle infrastrutture da 9 mesi e quindi mi occupo di quello che è e quello che sarà. Sicuramente qualcuno non ha fatto quel che doveva e sapere che qualche protagonista di questa infrastruttura ora ha un valore in borsa aumentato rispetto al pre crollo non lascia indifferente.
Ai tempi ipotizzammo una legge per intervenire su Genova e qualcuno la applicò in Abruzzo: non commento ma non condivido”.