In principio era stata resa nota come indiscrezione riportata dalla Gazzetta dello Sport, confermata poi dal presidente della Lega di Serie B non senza un briciolo di fastidio, ora una nota della società di Corte Lambruschini leva ogni sorta di dubbio: la Sampdoria ricorrerà al Collegio di Garanzia del CONI contro il prelievo del 10 per cento sulla quota del paracadute per la retrocessione.
Un gesto previsto dal codice interno della lega che unisce le società della cadetteria e che coinvolge le neo retrocesse, che però la nuova proprietà blucerchiata contesta chiedendo l'illegittimità della pretesa dell'obbligo a questo versamento. Una richiesta che in passato fece sua il Chievo, ricorda la rosea, vedendosela però respinta.
C'è però un ma. Come ricorda la società nella nota ufficiale diramata dopo le parole di Balata, il quale aveva definito questa come una "scelta sbagliata in un momento di difficoltà" del club, "ha origini legali che afferiscono e sono in coerenza a tecnicismi obbligatori dettati dallo stato attuale dell’accordo di ristrutturazione".
Ragioni che, però, "non sono riconducibili agli investitori e soci di maggioranza Andrea Radrizzani e Matteo Manfredi che si sono fatti carico di una situazione aziendale molto complicata ma che confermano di avere su questo argomento posizioni e pensieri aderenti a quelli del presidente di Lega Serie B Mauro Balata".
Va ricordato, tra le altre, che la Sampdoria prima dell'avvento dei nuovi azionisti di maggioranza aveva usufruito (insieme alla Cremonese) di un anticipo del cosiddetto "paracadute" di circa il 40% del totale con una deroga concessa dalle altre società della scorsa Serie A per i pagamenti degli stipendi del primo trimestre 2023 con scadenza a maggio.