Ha lasciato l'amaro in bocca al segretario della Cgil savonese, Andrea Pasa, il risultato del confronto nella giornata di ieri (28 luglio, ndr) sul posizionamento del rigassificatore al largo di Vado-Savona. Il tutto aprendo una riflessione ben più ampia.
"Il caso del rigassificatore pone ancora una volta l'accento sul metodo non più accettabile utilizzato dalla Regione Liguria nei confronti del territorio savonese - afferma in una sua nota Pasa - Cassoni per la diga di Genova a Vado Ligure, rigassificatore a Vado Ligure e chissà, forse anche il termovalorizzatore?".
"Mentre la Regione Liguria continua il metodo della 'non condivisione' con il territorio savonese, le opere infrastrutturali strategiche per la provincia di Savona (quelle condivise nel territorio e per il territorio come funivie, potenziamento ferroviario Savona/Torino, Aurelia Bis, Carcare/Predosa, eccetera) stentano a decollare o sono addirittura al palo - prosegue il segretario provinciale Cgil - mentre tutto ciò che viene rifiutato o potrebbe creare problemi altrove viene 'scaricato' nella Provincia di Savona senza condividerne con le istituzioni locali, associazioni datoriali e organizzazioni sindacali scelte, progetti, fattibilità, e ricadute. Ieri è accaduto con i cassoni per la diga foranea di Genova, oggi per il rigassificatore e domani chissà accadrà anche per l'impianto di termovalorizzatore?".
"Per non 'cadere dal pero' nei prossimi mesi e non essere nelle condizioni di 'governare i processi', e quindi evitare di 'subirli' come sta accadendo fino ad oggi - continua Pasa - forse sarebbe il caso che gli amministratori locali (i sindaci) costruissero un'alleanza territoriale che superi le appartenenze politiche, con l'obbiettivo di pretendere risposte, risorse e soprattutto rispetto da parte della Regione Liguria e del Governo".
"Senza questo 'patto' perdono tutti: lavoratori, imprese e cittadini, mentre il territorio rischia di essere continuamente sotto scacco da chi nel territorio savonese non ci vive e non ci lavora" conclude.