Imponenti, le torri di Porta Soprana ancora oggi segnano ingresso di quella che fu la Genova antica.
Costruite nel XII secolo, queste mura furono la “risposta” all’imperatore del Sacro Romano Impero Federico I, detto Federico Barbarossa deciso a conquistare Genova: erette in circa quattro anni (1155-1159) le mura e le sue porte, arrivate per la verità qualche anno più tardi, vennero realizzate grazie a un vero e proprio lavoro di squadra a cui presero parte tutti gli abitanti.
Nascoste nei secoli successivi dagli alti palazzi del quartiere di via Madre di Dio appoggiati proprio alle mura, le torri e il camminamento che oggi giunge fino a Campo Pisano vennero recuperate da Alfredo D’Andrade alla fine dell’Ottocento.
Come ogni cinta muraria che si rispetti, anche le mura della Superba erano dotate di un camminamento su cui i soldati di guardia facevano la ronda.
Un avanti e indietro continuo, pronti a lanciare segnali di allarme in caso di presenze nemiche: le vedette e i soldati genovesi proprio da quelle mura per secoli hanno garantito la sicurezza della città.
Oggi quelle porzioni un tempo consumate dai passi dei soldati sono visibili (a volte anche visitabili) ed è emozionante scoprire un profilo di Genova inusuale, percorrendo quelli che furono i tracciati di sorveglianza e, perché no, le vie di fuga di alcuni.
Ma anche le mura del Barbarossa hanno i loro fantasmi.
Sì, perché c’è chi giura di aver sentito il calpestio e le chiacchiere dei soldati impegnati nella ronda notturna; qualcuno, forse per suggestione, è convinto di averne intravisto le sagome.
Vero o no, credere che quei soldati, un tempo difensori strenui della città che tanto impressionò Petrarca, stiano ancora a guardia è certamente suggestivo.