Si è svolto oggi alle 18 in piazza Don Gallo l’incontro “E ringrazia che lavori” sulla situazione lavorativa dei giovani.
L’idea dell’incontro nasce da un video di Ornela Casassa, ingegnera di origine chiavarese e genovese d’adozione, in cui denuncia le difficoltà dei giovani, troppo spesso costretti a tirare avanti con stipendi ingiusti.
“C’è stato un boom mediatico incredibile - ci dice Onela Casassa - Abbiamo capito che quella non era la storia di Ornela ma di una generazione intera. I giovani e le giovani si trovavano tutti rappresentati da questa storia. Volevamo quindi fare qualcosa e non lasciar morire questa tematica. Abbiamo deciso di iniziare facendo rete, raccogliendo testimonianze. Tantissimi hanno espresso il bisogno di condividere le loro esperienze, forse per sentirsi meno soli. Da questo nasce questo incontro”.
Quello di oggi era un evento apartitico, senza loghi politici, con testimonianze di una dozzina di lavoratori e lavoratrici di diverse categorie di lavori: oltre all'ingegnera Ornela Casassa erano presenti una psicoterapeuta, un architetto, un avvocato, un musicista, una fotogiornalista, una storica dell'arte, un educatore, un ricercatore.
“Vogliamo iniziare un percorso per riflettere su una condizione lavorativa che ormai non riguarda solo una generazione ma è estesa ad altre generazioni - aggiunge la consigliera regionale (lista Sansa) Selena Candia - C’è molto da fare, partendo dalla scuola e dall’università per far conoscere i diritti nel mondo del lavoro a tutti gli studenti in modo da essere poi pronti riconoscere situazioni di sfruttamento, a denunciarle.
C’è poi da mettere al centro della discussione il tema del salario minimo che però è difficile da realizzare per determinate professioni dove ci sono finte partite iva oppure non ci sono contratti nazionali che possono tutelare i lavoratori”.