Attualità - 08 giugno 2023, 14:01

Origini e futuro di un capo “pop”, torna GenovaJeans (video)

Quattro giorni di incontri, eventi e spettacoli per scoprire la storia del jeans e rivalorizzare il centro storico senza dimenticare la sostenibilità e la sfida al futuro dell’iconico capo di abbigliamento

Origini e futuro di un capo “pop”, torna GenovaJeans (video)

Jeans, arte e valorizzazione del territorio senza dimenticare la sostenibilità.

Questi sono i punti chiave della prima edizione di Genova Jeans, la manifestazione che prenderà il via il prossimo 5 ottobre.

Dopo la prima edizione, nel 2021, in cui non sono mancate le polemiche, si torna a parlare del distretto dei jeans con un percorso che si snoderà nel centro storico cittadino, prediligendo quelle aree che spesso rimangono ai margini dei tracciati turistici principali. 

Il jeans sarà così protagonista riscoperto, e per alcuni mai dimenticato, della storia di Genova e del nome di Genova nel mondo.

Anna Orlando, coordinatrice per il Comune di Genova, spiega: “Dopo un momento di rodaggio, vogliamo davvero dare un segnale nuovo, importante, soprattutto dal punto di vista del coinvolgimento della città. I genovesi devono capire che abbiamo pensato, su un’idea di Manuela Arata, a un progetto che ha caratteristiche veramente importanti.

E’ trasversale da ogni punto di vista. Tutti si devono sentire parte di questo progetto: il jeans non ha età, non è legato a nessuna classe sociale, è, in questo senso, pop, nel senso di Andy Wahrol, per tutti”.

Ancora, Orlando prosegue: “La città deve vivere questo evento consapevole del fatto che è basato su un punto fermo, cioè il jeans è nostro, di Genova, lo abbiamo inventato ed esportato noi, capaci e allenati da secoli a valorizzare la nostra posizione portuale, i nostri rapporti internazionali. I genovesi sono i primi che hanno utilizzato l’indaco, nel momento in cui è diventato un colore economico, per fare del jeans un’icona.

Nel passato sappiamo che la grande fortuna dei blue jeans, non del tessuto che già circolava, ma dei blue jeans è certamente americana, è Levi Strauss che compie 150 anni che ha fatto in modo che questi jeans, questi comodi pantaloni, arrivassero veramente agli occhi e alle orecchie di tutti.

Noi abbiamo le prove che questi pantaloni comodi fatti con un cotone economico tinto di blu venivano utilizzati dai garibaldini e siamo nel 19esimo secolo, dai popolani, e siamo ancora più indietro. Il popolo che lavorava e lo sappiamo da documenti visivi incontestabili”.

Negli intenti del Comune si sviluppa poi un secondo tema per rendere la città innovativa e attrattiva.

La Superba, secondo le idee dell’organizzazione, dovrà diventare un networking space, un luogo in cui creare rete e attirare investitori sempre all’insegna della circolarità e della politica green.

“Il progetto - continua Orlando - ha delle caratteristiche commerciali, di attrattività della città dal punto di vista anche della produzione: la grande filiera del jeans ci posiziona nel mondo della moda con una specificità ben precisa. Ecco che è importante la consapevolezza della storicità del jeans. La città storica deve partecipare, la rigenerazione urbana del cuore pulsante del commercio, della multietnicità da secoli cioè quella della cosiddetta via del jeans, Prè, via del Campo, Fossatello, San Luca, fino ad arrivare a Banchi, è il cuore pulsante già oggi. Dobbiamo intervenire per renderlo, soprattutto per i nostri ospiti, più caratterizzato, più pulito, più vivo con una connotazione precisa, ovviamente all’insegna del jeans”.

Due i filoni, che si svilupperanno parallelamente. Da un lato ci sarà la parte tecnica, riservata agli addetti ai lavori e a chi lavora nel settore della moda con un format nuovo, studiato da esperti del settore. Dall’altro, si muoverà un filone tutto genovese con eventi aperti al pubblico dove non mancheranno concerti, mostre, incontri nell’area attorno alla via del jeans con una particolare attenzione all’inclusività e alla trasversalità.

Alla presentazione ha preso parte anche il sindaco di Genova Marco Bucci; “Mi aspetto, come cittadino genovese e come sindaco, che la gente, in tutto il mondo, cominci a capire che il jeans è nato qui e la parola stessa vuol dire Genova.

Lo dico, non per spirito campanilistico ma perché penso che non ci sia persona al mondo che non sappia cos’è il jeans. E’ una delle cose più diffuse in assoluto, più della coca cola. Non possiamo permetterci che un’occasione del genere sia lasciata alle ortiche. Dobbiamo far si che il binomio Genova e Jeans funzioni e funzioni bene”.

 

Un investimento importante per il Comune. A proposito, Bucci ammette: “Sinceramente, con precisione non lo so, ma certamente più di mezzo milione. Per l’evento che faremo a ottobre l’investimento è in questi termini ma l’investimento è molto più cospicuo perché ci sono anche le persone e le risorse associate a questo. Magari un giorno potremmo fare un calcolo effettivo di quello che è, ma ricordiamoci che questi investimenti in visibilità e cultura pagano sempre nel medio e lungo termine. E’ difficile che paghino nel breve termine anche se abbiamo creato situazioni come quelle dei Rolli che paga anche nel breve termine”.

 

Per coprire i costi, il sindaco aggiunge: “Le risorse sono fatte per essere spese, quindi un’amministrazione che non spende le risorse è un’amministrazione che non sa fare il bene del proprio territorio”. Bucci continua: “L’edizione zero è stata un grande successo e grandissime polemiche strumentali totalmente inutili che non sono servite a nulla, speriamo che chi ha fatto queste polemiche abbia capito che se uno vuole costruire costruisce in altro modo senza fare polemiche inutili e prive di significato”.

 

“Portare le persone in posti che hanno un grande fascino e, qualche difficoltà ma noi vogliamo utilizzare questi eventi anche per far si che vengano riqualificate certe aree della città. Non dimentichiamo che il fatto che, oggi giorno, le serrande si riaprano con 81 nuovi negozi aperti con il Bonus Carruggi, hanno dato grande visibilità e oggi sono aree che due anni fa non erano nelle situazioni di adesso e oggi sono molto meglio.

Tutto deve servire per fare questo”.

 

Ancora: “Le cose, oggi giorno, o ci sono o non ci sono. Importa molto meno chi le porta al tavolo ma importa molto di più qual è il risultato. L’amministrazione è fatta per portare delle cose, che poi questo sia considerato alto o basso è puramente una questione strumentale, quello che importa è che ci siano le iniziative e mi sembra che ce ne siano tantissime anche questo mese.

Importa poco chi la porta o chi ha l’invenzione, mi importa che ci sia un effetto sulla città e questa è la cosa che deve importare tutti”.

Isabella Rizzitano

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