“A l’è comme a Fabrica de Caignan”.
Esclamava qualche tempo fa un anziano signore seduto in piazza Banchi, discutendo con quello che aveva tutto l’aspetto di essere un suo compare di chiacchiere e cantieri.
E proprio dai cantieri, anche se del XVIesimo secolo, nasce questo particolare modo di dire.
Il riferimento è a Carignano e alla sua basilica che domina la collina dove, poco più di un secolo fa, si estendevano campi coltivati e case modeste a circondare la grande architettura progettata da Galeazzo Alessi.
Quasi un “sobborgo” dove gli abitanti “scendevano in centro” nonostante fosse parte della città già nel 1320.
L’imponente costruzione a pianta quadrata venne realizzata sulla sommità del colle di Carignano, dove esisteva una piccola cappella intitolata a San Sebastiano forse risalente all’epidemia di peste del 1430. Ma non fu un’impresa semplice, tanto da dare origine a un modo di dire.
A volere la costruzione della chiesa fu Bendinelli Sauli, nel 1481: Bendinelli predispose un fondo al Banco di San Giorgio ma le sue volontà vennero poi eseguite solo nel 1552 dai suoi eredi, non appena fu a disposizione la cifra necessaria.
Il progetto venne affidato all’architetto perugino Galeazzo Alessi (a cui, non per caso, è intitolata una via poco distante).
Un cantiere lunghissimo che l’architetto non vide mai concluso: nel 1572 Galeazzo morì e la basilica era ben lontana dall’essere ultimata.
La costruzione venne completata solamente nel 1612 quando fu completata anche la cupola con relativa lanterna.
Ma di certo le vicissitudini della Basilica di Carignano non terminarono in quell’anno.
A metà Ottocento il progetto di Alessi venne completato dall’architetto Carlo Barabino che lo concluse con realizzazione delle scalinate di accesso.
Non c’è dubbio, il progetto è stato decisamente una traversata nei secoli.
Ma come mai venne realizzata la basilica? Qui entrano in gioco due nobildonne, una Fieschi e una Sauli, ma ne parleremo più avanti.