Da trent’anni gli Amici del Museo di Masone si occupano con passione, impegno e con immensa ed encomiabile puntualità e precisione della gestione del Museo del Ferro, intitolato ad Andrea Tubino e situato in piazza Castello, nel cuore della parte più antica del paese della Valle Stura.
Trent’anni, cioè sin da 1993, quando questo gruppo si costituì. È andato avanti e, in questo 2023, l’occasione per festeggiare è giunta, insieme a tanta voglia di farla, questa festa.
L’appuntamento è per oggi, sabato 13 maggio, dalle ore 16 in poi: il Museo Tubino si arricchisce di una nuova sala, che sarà denominata Sala dei Masonesi. Un nuovo spazio espositivo che, grazie a una variegata raccolta di elementi molto particolari, e spesso unici, illustrerà aspetti di vita personale e di vita comunitaria di questo luogo e di queste vallate.
“La Sala dei Masonesi - afferma Gianni Ottonello, una delle anime degli Amici del Museo di Masone - suscita immense e intime emozioni attraverso la scuola, la banda musicale, gli antichi attrezzi di lavoro artigiano, industriale e contadino dei mestieri caduti in disuso. Speriamo che la riflessione posta sul nostro recente passato sia di buon auspicio per il futuro del nostro caro paese”. L’iniziativa di oggi è patrocinata dal Comune di Masone.
“Oltre ai mestieri, ci sono anche - prosegue Gianni Ottonello - il mondo della chiesa locale, così come le pubblicazioni e le arti, la farmacia e molto altro. Spicca anche la rappresentazione di Bartolomeo Ottonello, detto ‘Ciuta’: era un ciabattino girovago e, nonostante fosse analfabeta, ha lasciato un diario molto importante dove annotava persone e fatti. È una delle testimonianze da cui Piero Ottonello e Tomaso Pirlo sono partiti per un loro libro sulla storia di Masone”.
L’inaugurazione di oggi pomeriggio sarà allietata dal concerto di Davide Calcagno e Federico Vallerga, ovvero ‘Due flauti nel bosco’, con musiche di Bach, Beethoven, Mozart e altri compositori. La partecipazione è gratuita.
Il Museo del Ferro di Masone nacque negli anni Settanta, per opera del masonese Andrea Tubino, appassionato di antichità e storia locale, eclettico collezionista di scherzi di natura e utensili d’uso quotidiano, oggetti vecchi e antichi, strani e preziosi, manufatti dismessi, nel corso del tempo, perché superati dal progredire delle tecnologie. La collezione di Tubino (oltre 4.000 pezzi) è divenuta, nel tempo, il Museo dei Chiodi, in seguito, il Museo dell’archeologia e del ferro ed infine il Museo degli usi e costumi della gente della Valle Stura. Nel 1993, a un anno dalla morte di Andrea Tubino, il Museo fu definitivamente intitolato al suo fondatore; tuttavia i nomi avuti in passato continuano a sottolineare obiettivi e caratteri della collezione. Il Museo è ospitato nell’ex convento agostiniano di piazza Castello e le raccolte sono distribuite su più piani dell’ampio complesso.