Uno striscione contro il D-day, giorno in cui è stata posata la prima pietra della diga foranea di Genova, è stato posizionato da alcuni ambientalisti a Palazzo Ducale, insieme a una nota che i partecipanti hanno voluto diffondere:
"Oggi stanno celebrando la costruzione di una nuova diga foranea che consenta l'accesso al porto a navi container che misurano fino a 400m di lunghezza e 60 di altezza. Di queste navi giganti nel mondo al momento ne esistono solo 6!
Attualmente nel porto di Genova possono entrare navi fino a 300m (370m a Voltri).
La ricostruzione della diga foranea di levante, con un enorme dispendio di soldi pubblici, sarebbe quindi a beneficio solo di qualche compagnia che possiede queste 6 navi.
Il costo della diga si aggirerebbe intorno a 1,3 miliardi di euro, ma al momento sono stati stanziati solo 950 milioni, una parte dai fondi PNRR, una parte dalle casse dello stato e un'altra tramite prestiti. Gli altri 400 milioni non si sa ancora dove prenderli.
Le compagnie private, anche se saranno le uniche beneficiarie, non investiranno un euro.
Al di là degli enormi costi, molti esperti sollevano dubbi sulla reale fattibilità del progetto. Il supervisore dell'opera, Piero Silva, si è dimesso perché sostiene che per completarla sono necessari il doppio dei soldi e 15 anni. La fattibilità è ancora da studiare, tanto che l'ordinanza dell'autorità portuale per le indagini sul fondale non è ancora scaduta. Inoltre, sono state sollevate perplessità sull'interferenza con i traffici aerei del vicino aeroporto di Genova.
I lavoratori portuali lamentano anche la scarsa trasparenza riguardo il potenziale aumento di posti di lavoro.
Secondo i promotori della nuova diga foranea la sua costruzione dovrebbe aumentare a dismisura il traffico, senza che però si decida di investire nell'elettrificazione delle banchine per consentire alle navi di spegnere i motori da ferme e non riempire di fumi tossici alcuni quartieri della città.
Sul piano ambientale ci saranno altri danni. Prima di tutto c'è il problema dello smaltimento dei detriti della vecchia diga e di come demolire gli spezzoni a meno 40 metri. Le macerie della vecchia diga e i materiali che vengono posati sul fondale per la nuova diga altereranno l'ecosistema. Su questo sappiamo poco o niente perché non è stato previsto nessun sistema per monitorare le ripercussioni sulle popolazioni di cetacei che abitano Santuario. Più in generale, stupisce l'assoluta noncuranza per l'impatto sulla biodiversità, che rappresenta una ricchezza economica e sociale per chiunque viva sul nostro territorio.
È giunta l'ora di fare domande scomode sul perché nella nostra città si continuino a spendere milioni di euro di fondi pubblici per servire interessi privati, mentre chi vive in città pagherà il prezzo sociale, ambientale ed economico di queste opere inutili".