Attualità - 02 maggio 2023, 16:44

Pegli, i tormenti di via Cassanello alta fra traffico, inquinamento e degrado

Il Comitato dei cittadini continua a segnalare un lungo elenco di problemi, ma senza ottenere risposta: “La situazione peggiora settimana dopo settimana. L’unico risultato? Hanno ridipinto una ringhiera, a noi non basta di certo”

Pegli, i tormenti di via Cassanello alta fra traffico, inquinamento e degrado

Mezzi pesanti a ogni ora del giorno e della notte, difficoltà di transito e incrocio tra i veicoli, marciapiedi assenti, mancanza di sicurezza, vetture abbandonate, sporcizia e degrado. E il grandissimo punto interrogativo sulle conseguenze dello sversamento di idrocarburi nei mesi scorsi nel torrente Varenna. Ce n’è per tutti i gusti, quando si va a stilare una lista di problemi nella parte alta di via Cassanello e i residenti sono giustamente e comprensibilmente esasperati. 

Parliamo di almeno cinquanta famiglie, che vivono “in situazioni disastrose”, perché “ormai le attività produttive hanno preso il sopravvento rispetto alle abitazioni e alla nostra vivibilità, nonostante questa zona sia nata come residenziale e poi le attività stesse siano arrivate dopo”, come spiega il Comitato Via Cassanello Alta, nato per raccogliere le istanze di questi cittadini.

È lo stesso comitato a riepilogare la situazione: “A seguito dello sversamento di Eni nel Varenna e a seguito dei vari problemi preesistenti, i residenti hanno istituito un comitato spontaneo per via Cassanello alta. A seguire, abbiamo inviato una lettera a tutti gli enti preposti e alle forze dell’ordine: inizialmente pareva che qualcosa si fosse mosso, infatti ci hanno convocato, hanno preso visione della situazione e con tutti i buoni propositi si sono attivati facendo rimuovere tutti i mezzi abbandonati in via Razzara e in via Cassanello. Inizialmente il comitato aveva anche inviato un elenco con tutte le varie richieste documentandone la reale necessità: viabilità, pulizia, incolumità pubblica: purtroppo, nonostante i ripetuti solleciti, non siamo riusciti a ottenere nulla di risolutivo. Ci hanno dato il contentino togliendo autovetture abbandonate che, a seguito della mancanza di vigilanza, hanno già lasciato lo spazio ad altri veicoli abbandonati. Hanno preso accordi con l’Eni che ha effettuato una manutenzione gratuita alla ringhiera di via Razzara, che serve solo a mettere in sicurezza l’immagine, ma non serve a noi”.

I residenti hanno chiesto “la possibilità di costruire un marciapiede perimetrale lungo il condominio di vico Boggiano 2 e via Cassanello 51, e la costruzione sarebbe stata totalmente a spese del condominio, ma ci è stato negato il permesso perché per legge la dimensione della strada non lo consente. Lo stesso vale per la posa in opera dei dossi richiesti come dissuasori di velocità lungo la strada, considerati pericolosi per l’eventuale scorrimento dei mezzi di soccorso. Abbiamo chiesto in alternativa quelli a filo pavimentazione stradale e ce li hanno ugualmente negati. Stessa cosa per lo spostamento dei contenitori dei rifiuti, sia quelli sotto le finestre in via Cassanello che quelli (privati) di vico Boggiano: dicono che non si possono spostare. Praticamente non ci è stato concesso nulla nonostante il caseggiato sia nato prima delle realtà industriali”.

Di qui, l’amara conclusione: “Per le istituzioni, in particolare il Comune di Genova, la parte alta di via Cassanello è considerata zona franca: si può correre con auto e camion, chiunque può scaricare qualunque cosa nei contenitori a qualunque ora del giorno o della notte, la via può essere considerata a scorrimento veloce per auto, moto, furgoni e camion, le aziende possono fare rumore a qualunque ora, possono arrivare più camion contemporaneamente e in attesa di scaricare restare con il mezzo in moto per ore, le auto si possono tranquillamente abbandonare lì e i pedoni devono stare zitti continuando a soccombere in silenzio e a rischiare camminando in strada”.

Nei mesi scorsi, sia in Municipio VII Ponente che in Comune la situazione di via Cassanello alta era stata affrontata. Non solo non si è andati avanti, ma si è pure tornati indietro. E quindi è il caso di rimettere mano a tutto quanto. Arrivando a soluzioni concrete. 

Alberto Bruzzone

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