Politica - 20 aprile 2023, 13:29

Landini: "Sostituzione etnica? Pericoloso che a dirlo sia stato un esponente del governo"

Il leader della Cgil a Genova: "A chi dice che bisogna chiudere i porti vorrei ricordare che sono più gli italiani che lasciano il Paese che gli stranieri che arrivano"

Landini: "Sostituzione etnica? Pericoloso che a dirlo sia stato un esponente del governo"

Sostituzione etnica? Una sciocchezza, pericolosa perché a dirlo è stato un esponente del governo”. Così il leader della Cgil Maurizio Landini a Genova questa mattina in visita all'Ansaldo dove ha incontrato il neo amministratore delegato Fabrizio Fabbri e dove ha partecipato alla prima delle tre assemblee in programma in vista delle tre grandi manifestazioni interregionali (Nord, Centro, Sud) che si svolgeranno a il 6 maggio a Bologna, il 13 maggio a Milano dove sarà presente anche la Liguria e il 20 maggio a Napoli.

Il segretario, rispondendo alle domande dei cronisti ha commentato la frase del ministro dell'Agricoltura e Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, che, durante il congresso della Cisal aveva parlato di “sostituzione etnica” riferendosi all'immigrazione.

Chi ha parlato di sostituzione etnica ha detto una grande sciocchezza, pericolosa tanto più che è al governo del nostro Paese. Questa è una logica che non è accettabile e che è contro gli interessi del nostro Paese”, ha detto Landini, che poi, concentrando l'attenzione sul tema lavoro ha spiegato: “Qui c'è il problema di creare lavoro perché in alcuni settori com'è noto si trova poco perché c'è un livello di precarietà che non ha precedenti, in alcuni casi bisogna che le paghino di più le persone se vogliono trovarle. Bisogna investire sulla formazione e sulla qualità del lavoro, vorrei ricordare a tutti che il livello di precarietà che c'è nel nostro Paese non c'è da nessun'altra parte e addirittura il governo in questo periodo, sbagliando secondo noi sta liberalizzando il sistema degli appalti, perché reintrodurre il concetto dei subappalti a cascata è una follia pura, perché vuol dire non puntare alla crescita della qualità delle attività, ma pensare allo sfruttamento e alla competizione giocata sulla riduzione dei diritti dei salari, vuol dire non dare futuro al nostro Paese e se uno la ragiona seriamente noi abbiamo bisogno anche di una politica che sia in grado di affrontare il problema dell'arrivo di persone non italiane nel nostro Paese”. 

Il leader della Cgil ha ricordato che in Italia si trovano cinque milioni di lavoratori stranieri “che pagano le tasse e i contributi e permettono al nostro Paese di stare in piedi. Questa logica di usare la migrazione come elemento di paura tra le persone sia oltre che stupida sbagliata, perché non è quella di cui abbiamo bisogno, anzi penso che la cosa vera, è che noi dovremmo contrastare l'evasione e la speculazione fiscale. In un mondo in cui i soldi possono girare liberi qualcuno ha pensato di fare paradisi fiscali mentre viene impedito alle persone di potersi muovere in un modello sociale che non sta in piedi e che è sbagliato nel suo fondo. Per quello che ci riguarda questa discussione è il momento di farla adesso e noi abbiamo l'occasione che non possiamo perdere di fare 200 miliardi di investimento per fare crescere questo Paese, perché se vuoi creare lavoro devi far crescere il Paese. Vorrei ricordare a quelli che dicono che non trovano il lavoro che ci sono ogni anno più di 120 mila nostri giovani che se ne vanno a lavorare da altre parti, perché chi dice che bisogna chiudere i porti dovrebbe ricordarsi che sarebbe utile chiudere gli aeroporti perché sono più gli italiani che vanno all'estero che gli stranieri che vengono da noi e stiamo perdendo competenze, intelligenze perché se sono qui sono pagati poco e sono sfruttati, mentre in giro per il mondo i nostri che sono intelligenti e capaci, non solo sono pagati di più ma danno anche un contributo alla crescita. Stiamo perdendo due volte, non bisognerebbe avere paura di chi arriva, ma investire per utilizzare le intelligenze di cui disponiamo”.

Landini ha risposto anche alla premier Giorgia Meloni che alla Fiera del Mobile di Milano, rispondendo alle domande sulla richiesta di lavoratori da parte delle imprese aveva dichiarato: “Non servono migranti, ma fare lavorare più le donne”.

Le donne del nostro Paese – ha detto Landini - devono lavorare di più, assolutamente sì. I livelli di disoccupazione e di non occupazione delle donne sono altissimi, in più le donne del nostro Paese sono pagate anche meno degli altri, ma utilizzare questo strumento in alternativa all'arrivo dei migranti è una sciocchezza, noi abbiamo bisogno di tutte e due le cose, secondariamente il problema vero, se si vuole anche affrontare la denatalità è fare quei servizi sociali che oggi non ci sono: asili, scuole e soprattutto combattere la precarietà, perché oggi il problema è che non è accettabile avere condizioni di lavoro in cui chi lavora è povero anche lavorando coi livelli di sfruttamento che ci sono. È di questo che il governo dovrebbe discutere ed è per questo che chiediamo di cambiare le leggi sbagliate che sono state fatte in questi anni”.  

Landini oggi sarà a Campo Ligure per celebrare i dieci anni dalla morte di Don Gallo, un'occasione per celebrare il 25 Aprile alle porte, il primo con il governo guidato da Giorgia Meloni.

Vorrei ricordare che se c'è un governo di centrodestra è perché i cittadini italiani hanno potuto votare, per fortuna che c'è stato il 25 Aprile, perché ci fosse ancora il fascismo non ci sarebbero neanche le elezioni e nessuno del centrodestra avrebbe potuto essere al governo, quindi io continuo a pensare che quella è una festa di tutto il Paese e oggi il nostro Paese può essere democratico perché ha sconfitto il nazismo e il fascismo. Questo è un elemento di memoria, non è cancellabile, chi pensa di cancellarlo non solo fa un errore, ma fa una cosa contro la storia perché se ci fossero ancora nazismo e fascismo non saremmo nella democrazia”.

Dopo Ansaldo Landini si è recato al Gaslini per il secondo appuntamento legato alla giornata di oggi.

Stiamo chiedendo un cambiamento vero nelle politiche economiche. C'è un problema salariale, bisogna aumentare i salari perché la gente non arriva a fine mese, c'è troppa precarietà nel lavoro, bisogna dare un futuro ai giovani, e pensiamo che le risorse vadano prese attraverso una seria riforma fiscale, che combatta l'evasione e redistribuisca la ricchezza in modo serio. C'è bisogno di investire nel sistema sanitario, che è una questione aperta. Sul Pnrr non possiamo perdere quell'occasione che ci viene data per poter investire nei prossimi anni più di 200 miliardi, su questo ci sono dei ritardi che non sono solo responsabilità di questo governo, va detto con chiarezza, ma ci sono anche responsabilità di questo governo. È il momento di fare gli investimenti in risorse umane, in occupazione. Le regioni, i comuni, i luoghi che sono deputati, in questi anni i tagli hanno determinato anche questo limite. Noi chiediamo di essere ascoltati e di aprire quelle trattative, quel confronto che finora, ad oggi non c'è stato, proprio per produrre questo cambiamento. I cambiamenti nel paese li fanno le persone che lavorano e non è più accettabile il fatto che il peso fiscale sia tutto sul lavoro dipendente e sui pensionati, al contrario dobbiamo aumentare gli stipendi e prendere i soldi dove sono”. 

Il leader della Cgil ha poi parlato della situazione di Ansaldo Energia dopo il cambio al vertice preceduto dalle proteste sindacali della scorsa estate: “Credo che la lotta qui abbia ottenuto un risultato importante, quello della ricapitalizzazione, di mettere quindi Ansaldo nelle condizioni di poter andare avanti. Con un piano industriale che rilancia sulla qualità dei prodotti, della produzione. Questa non è solo un'azienda che ha 170 anni di storia, è un'azienda che ha delle competenze, un'intelligenza e dei prodotti che non ha nessun altro e credo che sia assolutamente importante investire e questo risultato è stato ottenuto attraverso battaglie alla lotta dei lavoratori che non difendono solo i loro posti di lavoro, ma anche un'idea di Paese e una qualità del sistema industriale. C'è bisogno di politiche industriali sì, perché il mercato da solo non affronta queste situazioni”.

Per quanto riguarda la crisi di produzione dell'ex Ilva e l'arrivo di Cingolani a Leonardo: “Non giudichiamo le persone, si tratta di capire quali sono le scelte strategiche e i progetti industriali che vengono realizzate. Per noi il problema non sono le singole persone, ma le strategie che si vogliono utilizzare, è noto, per quello che ci riguarda, che se parliamo di Ilva da tempo stiamo dicendo che c'è bisogno che lo Stato faccia la sua parte, entri e realizzi quei piani industriali che devono essere utilizzati, la stessa cosa riguarda Leonardo, anzi chiediamo da tempo che in Italia si costituisca un'agenzia per lo sviluppo del nostro Paese perché abbiamo bisogno di politiche industriali che affrontino tutte le attività, se ci pensiamo non abbiamo solo Ilva e Leonardo pubbliche, ma anche Fincantieri, Enel, Terna, tutte le maggiori imprese del nostro Paese, a oggi in molti casi non c'è un coordinamento delle politiche industriali e ci sarebbe bisogno di avere un'agenzia dello sviluppo e penso che sia venuto il momento di smettere di dare soldi a pioggia a tutti, bisogna darli a quelli che fanno gli investimenti e utilizzarli per le scelte che devono essere fatte per far crescere il nostro Paese”.

Francesco Li Noce


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