Attualità - 26 marzo 2023, 07:20

Meraviglie e leggende di Genova - Piazza delle Erbe

Oggi conosciuta come luogo nevralgico della movida, piazza delle Erbe sin dal ‘600 è stata sede di un mercato di ortaggi per cui fu costruito il barchile che ancora si trova al centro della piazza

Meraviglie e leggende di Genova - Piazza delle Erbe

Fulcro della vita notturna di Genova, piazza delle Erbe deve il suo nome alla sua antica vocazione, cioè quella di area adibita a mercato delle erbe e della verdura.

Già dal ‘600, infatti, in questa piazza, ai tempi chiamata piazza Nuova la Nuova o piazza Nuova dal Basso, per distinguerla da piazza Nuova, davanti a Palazzo Ducale, aveva un viavai di besagnini che qui arrivavano a vendere i loro prodotti.

Al centro della piazza ancora oggi, seppur nascosto al colpo d’occhio dagli ombrelloni dei dehor dei locali, si trova un barchile che ha una storia particolare.

Tutto nasce da una protesta fatta proprio dai besagnini alla fine del 1600. Proprio in quegli anni, infatti, la fontana che serviva la piazza, posizionata in piazza Matteotti, venne spostata nella vicina piazza San Domenico, quella che noi oggi chiamiamo piazza De Ferrari, per questioni di viabilità.

Questo spostamento faceva risultare il barchile di fatto inservibile per i fruttivendoli che iniziarono quindi a protestare chiedendo che venisse sistemata una nuova fontana.

Così, il 5 novembre del 1694 i Padri del Comune diedero disposizione di una nuova costruzione: “Sia concessa facoltà all’Illustrissimo Paolo De Marini - si legge nei documenti dell’epoca - di far condurre l’acqua che serva alle case di vi Sellai e che il notaio Gio. Batta Fabbiani ha condotto recentemente nell’abitazione dell’Illustrissimo Magistrato alla piazza delle Erbe, con facoltà data allo stesso Illustrissimo Paolo di farvi costruire una fontana barchile con piramide o senza o come parrà meglio a lui”.

In buona sostanza, andava bene tutto, purché nella piazza fosse stata posizionata una fontana.

Sei mesi più tardi, però, non vi era ancora traccia di barchile e si scelse di affidare il tutto a Marc’Antonio Doria.

Ed ecco, il tempo di scolpire il marmo e al centro della piazza arrivò un grosso cubo che gettava acqua da due lati. Si decise ancora di ingentilirlo dal punto di vista estetico e il compito venne affidato allo scultore Giovanni Tomaso Rosolino che realizzò un putto in marmo a cavalcioni di un grosso pesce.

Nel 1701 il barchile venne ruotato verso la parte inferiore della piazza perché, come dicevano le cronache del tempo, era “verso il maggior passaggio della gente”.

Ed è proprio così che noi lo vediamo ancora oggi.

Isabella Rizzitano

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