Estate di lavori a Genova, perché oggi, dopo l'annuncio del sindaco sull'avvio in anticipo della costruzione della funivia del Lagaccio, è arrivata anche la conferma della volontà di voler partire in quei giorni anche con le opere propedeutiche alla costruzione del tunnel subportuale.
L'annuncio in questo caso non arriva dalla politica, ma a farlo è stato Alberto Selleri, project leader 'Progetti Speciali Genova' di Autostrade per l'Italia presente questa mattina all'incontro organizzato dall'Università di Genova 'Dialoghi in città', il primo dedicato all'opera finanziata per 800 milioni di euro con i fondi messi a disposizione di Aspi a mo' di ristoro per la città di Genova per i disagi subiti dal crollo del ponte Morandi. Selleri ha parlato di un possibile inizio delle opere propedeutiche a giugno.
“Ogni passaggio può avere qualche problema, ma questo è il nostro obiettivo. - spiega il tecnico - Le attività propedeutiche sono quelle che velocizzano il percorso, ovvero spostare le interferenze, fare le bonifiche degli ordigni bellici e tutte quelle attività che sono fondamentali per poter iniziare”.
Veniamo all'opera. Si tratta di un progetto realizzato da Renzo Piano e sviluppato dal suo studio 'Renzo Piano Building Workshop', i cui rappresentanti erano presenti questa mattina. Come noto, la realizzazione del tunnel si intreccia con la demolizione di un'opera simbolo di Genova, la Sopraelevata che resterebbe in parte in piedi, ma che per gran parte verrebbe spazzata via dallo skyline genovese.
“E' necessario demolirne un pezzo in corrispondenza dello svincolo di Madre di Dio – spiega Selleri - perché questo consente alle uscite di non impattare sulle attività delle riparazioni navali. L'integrazione con l'Autorità Portuale rende necessario spostarsi, e questo fa sì che l'integrazione di queste due cose che sembrano in contraddizione, cioè Waterfront e passeggiata, ha reso necessario demolire la Sopraelevata. Il tunnel dovrà essere aperto prima di realizzare il collegamento con Madre di Dio, quindi ci sarà la demolizione della Sopraelevata e poi il collegamento con Madre di Dio. Le due fasi sono l'apertura delle canne per il collegamento est-ovest, la demolizione della Sopraelevata e il collegamento con Madre di Dio”.
Per quanto riguarda i tempi di realizzazione, Selleri spiega: “Per la prima fase il cronoprogramma prevede 65 mesi, poco più di cinque anni, il primo per le opere propedeutiche. Per poter inserire le macchine che scaveranno il tunnel è necessario inserire un pozzo di immissione realizzato dove oggi si trova l'edificio C.S.M. A San Benigno. La macchina in un anno arriva dall'altra parte, viene smontata in un pozzo a Brigate Partigiane in corrispondenza di corso Aurelio Saffi, successivamente viene spostata dall'altra parte dove viene realizzata la seconda canna. Al termine di questo viene aperto il tunnel e subito dopo viene demolito il tratto di Sopraelevata”.
Il destino della Aldo Moro tuttavia, come spiega Luigi Priano, partner di Renzo Piano Building Workshop è da discutere. “Da palazzo del Principe all'autostrada è quello che pensiamo debba essere il futuro della Sopraelevata, perché una parte rimarrebbe fuori dalla viabilità: se la si prende da viale Brigate Partigiane a un certo punto finisce, quindi quella porzione di infrastruttura non può più fornire l'originaria funzione di trasportare macchine. Dall'altra parte si potrebbe solo scendere al Porto Antico perché duecento metri più avanti sarebbe di nuovo interrotta. Nel masterplan abbiamo suggerito di liberare la parte di fronte ai palazzi storici di via Gramsci, anche perché essendo il tunnel una tangenziale, via Gramsci diventerebbe una viabilità locale, favorendo la penetrazione in città, mentre l'altro è un attraversamento”.
“In questo momento – aggiunge - un turista che va all'Acquario e un abitante che va alla Foce fanno entrambi la Sopraelevata. Il tunnel consentirà di fare imboccare al turista il pezzo di Sopraelevata che rimane per scendere in città e all'abitante di andare a casa all'abitante della Foce”.
Il progetto ovviamente non prevede la sola realizzazione del tunnel con annessa demolizione della Sopraelevata, ma sarà l'occasione per disegnare e realizzare la Genova del futuro, e il futuro prevede le aree verdi in viale Brigate Partigiane dove, spiega Priano “abbiamo pensato che una serie di alberi ad alto fusto, palme al centro delle aiuole e alberi esemplari sui lati, possano cambiare completamente la percezione di quella strada”.
Il tracciato del tunnel lo sintetizza Gabriella Lotito, project manager dell'opera per Aspi: “Si sviluppa per 3,4 chilometri partendo dallo snodo di San Benigno per sotto attraversare il bacino interno del porto di Genova, passare al di sotto della collina di Carignano e connettere il ponente con il levante in viale Brigate Partigiane. A ponente il tunnel ha un collegamento diretto con lungomare Canepa e attraverso la Guido Rossa si riconnette al casello di Genova Aeroporto. Al tempo stesso è stato previsto, attraverso una rampa di svincolo il collegamento con Genova Ovest/A7, riconnettendo all'elicoidale. A levante il raccordo avviene ricalcando il collegamento che oggi è costituito dall'attuale Sopraelevata, spostando il punto di collegamento. Nella zona centrale il tunnel prevede due rampe di svincolo che consentono di connettersi al centro nel punto in cui oggi le due rampe di svincolo della Sopraelevata si innestano in via delle Casaccie”.
“Il tunnel – si legge sul sito www.dialoghiincitta.it - è costituito da due gallerie principali separate, una per ogni direzione di marcia, del diametro esterno di scavo pari a 16 m. La galleria prevede un doppio rivestimento in conci prefabbricati, per un diametro interno di circa 14 metri. Ogni galleria ospita una strada urbana di scorrimento di tipo D con carreggiata a due corsie di marcia e una di emergenza con altezza minima di 4,80 m e ampiezza di piattaforma pari a 11,25 m. In corrispondenza dei tratti in curva vi è un allargamento della carreggiata di circa 1,10 metri per favorire la visibilità. La velocità limite di progetto all’interno del tunnel è pari a 70 Km/h”.
Avvio dei lavori a giugno, dicevamo, ma prima bisognerà rispondere alle osservazioni del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici che ha rispedito il progetto al mittente, raccomandando che venga “rielaborato nel rispetto delle prescrizioni, raccomandazioni e osservazioni”. Altre osservazioni sono state fatte da Regione che ha chiesto integrazioni che, spiega Selleri “verranno consegnate domani”.