Sta scatenando le polemiche l’idea di installare un infopoint dedicato al Progetto Unico del Terzo Valico e Nodo di Genova a Palazzo Ducale.
L’iniziativa è stata ideata e realizzata dal Gruppo FS Italiane con le società del Polo Infrastrutture, Rete Ferroviaria Italiana e Italferr insieme a Webuild, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Commissario Straordinario di Governo con lo scopo di illustrare il tracciato dell’opera, le caratteristiche tecniche, i dati aggiornati sull’avanzamento dei lavori, l’attenzione per l’ambiente e l’impatto sociale ed economico sui territori e sulle persone.
“Uno spazio aperto al pubblico che garantisce la massima visibilità per chi si reca a Palazzo Ducale e a chiunque sia interessato a una delle opere principali del territorio nazionale in corso di realizzazione in Liguria e Piemonte - fa sapere Rfi - L’installazione di Genova rappresenta la prima in Italia a cui ne seguiranno altre che saranno collocate nelle principali stazioni, cantieri e sedi istituzionali del territorio nazionale interessato dalla realizzazione delle opere ferroviarie”.
Non la pensa allo stesso modo il Comitato Liberi Cittadini di Certosa che sottolinea la necessità di inserire infopoint di questo tipo proprio in quei quartieri interessati dai lavori:
“Siamo letteralmente allibiti dalla faccia come le lastre che che le Società del Gruppo FS dimostrano di avere, con l'Infopoint del Progetto Unico Terzo Valico - Nodo Ferroviario posizionato a Palazzo Ducale.
Sono due anni che ne chiediamo l'apertura, dove ci sono i cantieri, dove le persone hanno bisogno di sapere cosa ne sarà della loro vita, delle loro attività.
Cociv - RFI - Italferr sfuggono ai confronti su un un progetto sbagliato nella sua collocazione in mezzo alle case, irrealizzabile senza importanti interventi che intervengano per limitare l'impatto ambientale dei cantieri e della linea con rumori, polveri, vibrazioni e merci pericolose che potrebbero transitare nei 42 treni al giorno”.
Le critiche arrivano anche dal mondo politico:
“Ancora una volta si è persa un’occasione per instaurare un rapporto di confronto con i residenti che abitano in zone interessate dai cantieri - aggiunge il consigliere regionale Gianni Pastorino (Linea Condivisa) - Ogni giorni queste persone sono vessate dai rumori dei cantieri, dalle polveri e dalle vibrazioni. Non si considera, e mai si è fatto, l’impatto ambientale di quest’opera con interventi in mezzo alle abitazioni che stravolgono le vite di centinaia e centinaia di persone. I punti di informazione e il colloquio diretto e gli interventi compensativi andrebbe fatto lì.
E le Giunte Toti e Bucci sono le prime responsabili del rapporto con Rfi”.
Secondo la consigliera comunale del Partito Democratico Cristina Lodi questa è una notizia inaccettabile:
“Da luglio chiedo una commissione consiliare, successivamente anche insieme ad altri consiglieri comunali, per avere informazioni e aggiornamenti sulla realizzazione della riattivazione della linea Campasso - Certosa. L’ho fatto anche tramite interpellanze a cui non ho mai avuto risposta, se non quella dell’assessore Piciocchi che ha spiegato di essere in attesa della disponibilità di Rete Ferroviaria Italiana.
Nel frattempo, viene aperto un point lontano chilometri dai luoghi dove i cantieri esistono e dove la gente ha quotidianamente domande. Tutto ciò è inaccettabile: porterò in aula la questione e chiederò all’assessore Piciocchi che gli infopoint siano trasferiti nelle zone di Certosa, Campasso, Fegino e Trasta, territori dove realmente hanno un’utilità e dove le persone necessitano di informazioni e risposte a domande per le quali attendono da mesi. Inoltre, chiederò nuovamente all’assessore, che Rfi, oltre che essere disponibile ai point, si presenti in aula in Consiglio Comunale e dica ufficialmente e istituzionalmente cosa intende fare nelle nuove aree. Questo silenzio è mancanza di rispetto non solo verso i consiglieri comunali, ma soprattutto verso i cittadini che rappresentano”.