“La risposta del sottosegretario del Ministero delle infrastrutture alla mia interrogazione sulla sicurezza sul lavoro nei porti è parziale e non centra tutti gli obiettivi posti, a partire dal mancato decreto attuativo sul fondo per la sicurezza e la mancata armonizzazione dei decreti legge in tema di sicurezza sul lavoro. Proprio oggi, inoltre, giorno di discussione dell’interrogazione, il sottosegretario ha fatto sapere che è stato convocato per la prima volta il tavolo interministeriale per la sicurezza del Porti, bene, ma vigileremo perché ci sia un nuovo confronto con tutte le categorie e i rappresentanti dei vari comparti della portualità, perché è da loro che bisogna capire quelle che sono le misure più utili da mettere in atto. E’ indispensabile e necessario avviare percorsi di formazione, dare incentivi alle imprese che investono in sicurezza e applicare incentivi per il pensionamento di chi pratica lavori usuranti, come avviene per chi si muove tra le navi e le banchine. Tutte misure che la grave situazione di incidenti sul lavoro in ambito portuale richiede con urgenza'' così la deputata del Partito Democratico e componente della Commissione trasporti alla Camera Valentina Ghio dopo la risposta del sottosegretario al Ministero delle infrastrutture Tullio Ferrante alla sua interrogazione sulla sicurezza del lavoro nei porti.
“Chi lavora nei porti, nonostante il progresso tecnologico, deve affrontare ogni giorno numerose criticità. Sono innumerevoli i rischi da interferenza che i lavoratori corrono dovuti alla presenza nei porti di lavoratori appartenenti a diverse categorie: autotrasportatori, portuali, marittimi, militari, personale degli enti portuali e degli enti di controllo e alla contemporanea presenza di lavoratori a piedi e degli innumerevoli mezzi di movimentazione e di sollevamento utilizzati nei porti. Per questo è indispensabile tenere alta l’attenzione e avviare misure che limitino i rischi e garantiscono la sicurezza”, conclude Ghio.