“L’attività del nuovo Deposito consisterà nello stoccaggio e movimentazione di prodotti liquidi chimici, con una previsione di movimentazione annua stimata in circa 300.000 - 400.000 t/anno di prodotti. Le tipologie di prodotti che si intendono movimentare sono già oggi stoccate negli esistenti depositi gestiti a Multedo di Pegli da Superba e Carmagnani e hanno come principali caratteristiche di pericolo l’infiammabilità e la pericolosità per l’ambiente”. A scriverlo è Superba, società di proprietà della petrolifera italo-rumena Pir, che insieme a Carmagnani è direttamente interessata al dislocamento dei depositi chimici da Multedo a Ponte Somalia, a Sampierdarena.
La società ha presentato a Regione, Comune e Autorità Portuale il progetto definitivo, che come già annunciato prevede la riduzione del numero di serbatoi di stoccaggio che scendono da 74 a 71. si tratterà di serbatoi metallici verticali fuori terra dal diametro minimo di 5 metri e massimo di 18 e un'altezza che varia da 6 a 12 metri, per una capacità geometrica totale pari a 94.300 metri cubi.
Alcuni serbatoi, installati nella parte che rientra nella Zona C di vincolo aeroportuale, non conterranno prodotti infiammabili o pericolosi per l'ambiente sulla base del “Regolamento per la costruzione e l’esercizio degli aeroporti” di ENAC.
“Il progetto – si legge nelle premesse - nasce dalla volontà della Società SUPERBA S.r.l. di risolvere le criticità derivanti dalla coesistenza tra le attività dell’attuale deposito di via Multedo e le aree residenziali, che nel corso dei decenni si sono sviluppate in adiacenza agli impianti di Multedo. A tal fine il progetto è strutturato per consentire la delocalizzazione anche delle attività del deposito di Attilio Carmagnani “AC” S.p.A., anch’esso sito in Multedo, ed è aperto alla partecipazione di detta Società. Inoltre, la progettazione del deposito esistente risale alla fine degli anni ‘50, ad oggi dunque presenta diverse criticità dettate da un assetto tecnologico ed impiantistico non più al passo con i tempi”.
Dopo diversi studi mirati alla ricerca di un sito idoneo al trasferimento dei depositi chimici, nel 2014 l'Autorità Portuale ha adottato la proposta di Adeguamento tecnico funzionale connesso alla delocalizzazione dei depositi presso il Ponte Somalia.
Nel dettaglio, “l'area si estende per circa 77.250 m2 e si presenta pressoché pianeggiante (con una quota media di circa +2,70 m s.l.m.) ed è costituita prevalentemente da superfici pavimentate, da basamenti e manufatti in conglomerato cementizio armato. In particolare, l’area è caratterizzata dalla presenza di manufatti che saranno oggetto di completa demolizione a cura dell’AdSP di Genova prima dell’inizio dei lavori di cantierizzazione del nuovo deposito”.
In particolare, sono ad oggi presenti:
Magazzino Terminal San Giorgio S.r.l. (Gruppo Gavio), destinato a stoccaggio e movimentazione di merci solide “multipurpose”; rampe di accesso carrabili per accesso al solaio di copertura del magazzino e servizi in essa integrati; magazzino Fo.re.s.t. S.p.A. (Gruppo Campostano) ove si svolgono attività di manipolazione di prodotti forestali, riempimento e svuotamento di contenitori e movimentazione merci varie solide; palazzina uffici Fo.re.s.t. S.p.A.; basamenti strutture isolate; pavimentazioni; sottoservizi e reti interrate; cabina elettrica.
Il magazzino del gruppo Gavio è utilizzato anche da Grimaldi Lines come banchina per i passeggeri. Proprio l'armatore Emanuele Grimaldi ha in più occasioni attaccato il progetto, definendola “un'operazione scellerata”. A Grimaldi si unisce il coro degli abitanti del Municipio Centro Ovest, a partire dal suo presidente Michele Colnaghi, che hanno presentato un ricorso al Tar.
Superba, tuttavia, basandosi sull'analisi programmatica, definisce il progetto “allineato e coerente con i programmi e la pianificazione analizzata”.
“I soli elementi degni di segnalazione, - scrive la società - che non precludono comunque in alcun modo la realizzazione del progetto, riguardano:
nel Piano Urbanistico Comunale (PUC) e nel Piano di bacino stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), l’area di intervento si trova in una zona soggetta a vincolo geomorfologico; nello specifico, tutta l’area portuale di Sampierdarena viene identificata come zona di Tipo 'B2 – riporti antropici'; nel Piano Regolatore Portuale (PRP), limitatamente alla porzione identificata come U.I.4 di ponte Somalia, l’insediamento di attività riconducibili all’articolazione funzionale C5 (operazioni portuali relative alla movimentazione e allo stoccaggio dei prodotti chimici) resta subordinato alle seguenti condizioni: o che siano contenuti gli eventuali profili di rischio entro l’ambito portuale; o che sia accompagnato dalla realizzazione di adeguati interventi di elettrificazione delle banchine ai fini del contenimento delle emissioni in atmosfera”.
“Si ritiene di poter attestare – conclude Superba - che il progetto esaminato non comporta impatti ambientali negativi potenzialmente significativi rispetto allo stato ante operam (attuale) e pertanto non risultano necessarie misure di mitigazione ulteriori rispetto a quanto già previsto nel progetto presentato. Inoltre, dalle valutazioni svolte è emersa anche la presenza di impatti significativi di segno positivo”.