Si avvicina la data delle primarie del Partito Democratico, fissate per domenica 26 febbraio, e il candidato favorito alla corsa per la segreteria, Stefano Bonaccini, ha fatto tappa oggi in Liguria.
Quella genovese si è rivelata essere una delle poche roccaforti per Elly Schlein: gli iscritti da Levante a Ponente passando per le vallate della provincia hanno preferito lei al governatore dell’Emilia Romagna ma a livello nazionale Bonaccini resta avanti nei sondaggi.
Domenica poi le votazioni coinvolgeranno anche i non iscritti che potranno recarsi ai “gazebo" distribuiti su tutto il territorio nazionale.
Stefano Bonaccini dunque ha deciso di arrivare oggi a Genova anche per tentare di recuperare terreno in Liguria. Il primo appuntamento si è svolto all’interno dello stabilimento ex Ilva di Cornigliano.
“L’ho imparato sulla mia pelle da amministratore - dice - Se non conosci i luoghi e le persone è praticamente impossibile provare ad essere capaci e il PD deve tornare ad essere una forza più popolare cioè che sta di più dove le persone sono”.
Il presidente dell’Emilia Romagna si è poi soffermato sull’incidente avvenuto proprio questo pomeriggio all’interno dello stabilimento Ansaldo.
“C’è stato qui vicino un incidente sul lavoro drammatico, credo siano questi i problemi da evitare, che le persone rischino la propria vita mentre lavorano o magari qui (riferendosi alla situazione dell’ex Ilva ndr) per fortuna senza temi di rischio della vita, oggi si discute se investire”.
La visita ligure parte dall’ex Ilva per poi spostarsi al Teatro Stradanuova di Palazzo Rosso e successivamente a Chiavari. Bonaccini ha deciso di partire dallo stabilimento di Cornigliano per sottolineare l’importanza del tema del lavoro:
“Invece che la tassa piatta penso andasse tagliato il costo del lavoro - aggiunge - Dal taglio del costo del lavoro si può ottenere l’aumento degli stipendi e dall’altro si rende più favorevole e conveniente stipulare un contratto di lavoro stabile rispetto ad uno precario.
Abbiamo un’intera generazione, quella dei nostri figli, che rischia di conoscere una sola condizione: quella della precarietà. Un problema gigantesco, oltre che per il loro futuro, per un Paese che non fa più figli: tra i tanti primati in Europa abbiamo anche quello che siamo il Paese che rischia di arrivare ad avere tra qualche anno più pensionati che lavoratrici e lavoratori attivi. Capiamo da soli che se quella è la condizione rischiamo di trovarci in un Paese senza futuro.
Chi pagherà le pensioni dei nostri figlio, dei nostri nipoti? Chi garantirà la sanità pubblica se saranno più quelli che hanno bisogno di un welfare piuttosto di quelli che lavorano e producono?
Dobbiamo far costare il lavoro precario di più di quello stabile, per questo bisogna tagliare le tasse. Potrebbe essere più conveniente assumere con contratti a tempo indeterminato, credo davvero che noi dobbiamo spingere su questo.
Dobbiamo poi introdurre il salario minimo legale dove non arriva la contrattazione collettiva. Non si è riusciti a farlo mentre eravamo al governo, la destra non ha messo un euro nell’ultima finanziaria per coloro che sono precari, poveri e deboli. Se divento segretario la prima campagna che faremo nel Paese sarà di raccolta firme per una legge di iniziativa popolare che introduca il salario minimo legale. Dobbiamo cancellare la vergogna di troppe persone, spesso giovani, che lavorano a 3/4 euro l’ora senza alcuna tutela. Non degno di un paese civile”.