Urgono interventi per la manutenzione dell’ex Gasometro di corso Perrone, nella zona di Campi. È uno dei simboli della Genova industriale, un elemento di archeologia urbana, e anche per questo è stato vincolato dalla Soprintendenza e non può essere demolito. Del futuro del Gasometro si è parlato moltissimo all’epoca della costruzione del nuovo viadotto San Giorgio, ma ora che il ponte realizzato al posto dell’ex Morandi è stato inaugurato, il discorso è un po’ venuto meno.
Eppure, così com’è, il Gasometro non può rimanere. A occuparsi della questione, nell’ultima seduta del Consiglio Comunale, è stato il consigliere comunale di Vince Genova, Walter Pilloni, che ha presentato un’apposita interpellanza, la numero 49/2022.
Secondo Pilloni, “il Gasometro è sempre lì in attesa di una decisione che tarda ad arrivare, muto spettatore degli accadimenti cittadini degli ultimi settant’anni, ma che versa oggi in uno stato di preoccupante degrado. A due anni di distanza dagli accorati appelli dell’Aipai (Associazione italiana per il patrimonio archeologico industriale), l’imponente struttura rimane ancora in attesa di una decisione circa il suo riutilizzo, mentre la ruggine e l’azione del tempo proseguono inesorabili il loro lavoro di aggressione e indebolimento della struttura alta 72 metri e con un peso di circa 800 tonnellate. L’immobile, ad un primo esame visivo, risulta essere molto compromesso dalla ruggine, che lo avvolge in ogni sua parte”.
Il consigliere di Vince Genova si è documentato sulla vicenda e ricorda che “ad oggi Iren non ha manifestato alcuna volontà di farsi carico dei costi dell’intervento di recupero dell’ex Gasometro e poiché all’orizzonte non si intravvede la sagoma di un potenziale soggetto interessato al suo acquisto, suggeriamo che il comune solleciti Iren a bandire un concorso di progettazione internazionale, al fine di individuare e valutare una proposta di rigenerazione urbana per un suo possibile impiego per scopi sociali, lasciando il più ampio spazio a proposte di concreta fattibilità, tenendo conto anche delle previsioni della vicina area del sotto-ponte, da parte di chi ne possa trarre un vantaggio diretto o indiretto mettendolo quindi a disposizione della città. Il fine del concorso andrebbe nella direzione indicata dalla Soprintendenza: evitare la demolizione del manufatto”.
A rispondere a Pilloni è stato l’assessore comunale con delega alla Sicurezza, Sergio Gambino: “La volontà è di risolvere il problema del Gasometro, fermo restando che non può essere demolito, in quanto sul cantiere, avviato da Ireti nel 2020, è intervenuta la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio. Il cantiere è stato, infatti, riconvertito ad opera di manutenzione ordinaria e conservativa. Per quanto riguarda la struttura, le verifiche recentemente fatte non hanno evidenziato situazioni di criticità”.
Il Gasometro, quindi, rimane saldo al suo posto. E ci mancherebbe. Ma se è così importante dal punto di vista simbolico, anche per quello che è stato intorno a lui, dopo il crollo del Ponte Morandi, allora lo si tratti con tutta l’attenzione che merita.