Se essere duttili nel mettere in pratica la propria idea di gioco al di là degli schemi numerici e saper leggere le partite in corso mantenendo la calma effettuando i cambi giusti sono doti fondamentali per un allenatore di qualità, il Genoa sembra aver trovato la sua fortuna.
Ancora una volta la zona Cesarini sorride al Grifone, anche sul sempre temibile campo di Benevento. Ancora una volta la panchina risulta decisiva nel portare via tre punti parsi a tratti ormai insperati. Stavolta, nonostante il secondo gol consecutivo valevole il vantaggio al quarto d'ora di gioco dell'ex Coda, è un'altra vecchia conoscenza della Strega (nei due precedenti al Vigorito sempre vincente col Grifone) stavolta a siglare la vittoria, George Puscas.
Decisivi i cambi, ancora una volta, ma non solo. Il tecnico sceglie dall'inizio Ilsanker per portare nel pacchetto arretrato quell'esperienza mancante con l'assenza per squalifica di Bani e Gudmundsson arretrato in posizione di mezzala per dare vivacità al centrocampo coi suoi inserimenti, senza ma soprattutto con la palla. Mosse che sorprendono da subito una retroguardia rimaneggiata come quella dei sanniti e regalare già dopo un terzo di prima frazione un "cioccolatino" che Coda trasforma in oro da Re Mida dall'area qual era stato negli ultimi due campionati (15').
Meno convinto invece Aramu stoppato prima da Paleari (9') e poi da Cappellini (18'), ma comunque la sua ritrovata vitalità è sintomo di un attacco rinato sotto la gestione Gilardino. Proprio tanto quanto la buona prova dell'islandese, fresco di elezione da parte dei tifosi a giocatore del mese di dicembre, che oltre all'assist nella prima frazione si "regala" la delusione del palo interno (30').
Una superiorità tattica poco concretizzata che lascia vivo un Benevento orfano praticamente dell'intera difesa titolare e poco pericoloso nel primo tempo, capace di provare a pungere con occasioni quasi più di nervi e spunti personali come coi due destri fuori misura dai venti metri dell'esterno El Kaouakibi (19' e 36') ma soprattutto con le incursioni di Karic (41') e Forte (43'), entrambi stoppati dai difensori genoani. Un'improduttività che spinge Cannavaro a mandare nella mischia a inizio ripresa subito Simy, affianco a Forte, e Tello.
Cambi che scuotono l'andamento del match e proprio lo scuola Juve trova la via del pareggio (58') per una formazione sannita che cresce soprattutto grazie alla lettura della gara da parte di Cannavaro, il quale in un secondo tempo comunque povero di vere e proprie occasioni nitide da ambo le parti torna anche a contare sul supporto dei suoi tifosi, in sciopero nella prima metà. Da parte sua il Genoa perde incisività davanti, Gilardino opta per rivoluzionare tutto il reparto offensivo e i frutti arrivano nel finale.
Le maggiori occasioni nascono da mischia, sia per i padroni di casa con Simy (70') sia per gli ospiti che non riescono a concludere (87') e da colpi di testa, come quello che alla fine manda in paradiso il Grifone staccando le inseguitrici ma soprattutto continuando a tenere il ritmo della Reggina, in attesa del posticipo in cui sarà coinvolto il Frosinone.
IL TABELLINO
BENVENTO-GENOA 1-2
Reti: 15' Coda (G), 58' Tello (B), 94' Puscas
BENEVENTO (3-4-2-1): Paleari; Pastina, Cappellini, Veseli; El Kaouakibi, Karic (46' Tello), Schiattarella (69' Viviani), Improta; Ciano (46' Simy), Acampora; Forte (78' La Gumina).
A disposizione: Manfredini; Kubica, Farias, Thiam, Basit, Perlingieri, Veltri, Koutsoupias.
Allenatore: F. Cannavaro
GENOA (3-5-2): Martinez; Ilsanker, Vogliacco (79' Matturro), Dragusin; Sabelli, Frendrup, Badelj (64' Strootman), Gudmundsson (64' Sturaro), Criscito; Aramu (79' Yalcin), Coda (70' Puscas).
A disposizione: Semper; Czyborra, Lipani, Hefti, Jagiello, Boci, Galdames.
Allenatore: A. Gilardino
Arbitro: Serra di Torino