Attualità - 21 gennaio 2023, 09:30

Dritto al punto... con la psicologa - I disturbi psicosomatici nell'era della velocità

Per quale motivo oggi è il nostro corpo a parlare? Sono disturbi più gravi, che indicano malessere più profondo?

Dritto al punto... con la psicologa - I disturbi psicosomatici nell'era della velocità

I disturbi psicosomatici sono la maggior parte delle espressioni di malessere che possiamo trovare ad oggi negli studi degli psicologi. Come mai avviene questo? Per quale motivo oggi è il nostro corpo a parlare? Sono disturbi più gravi, che indicano malessere più profondo?

Al giorno d'oggi come già accennato in diversi articoli precedenti, abbiamo a che fare con una sempre crescente velocità della vita. Il lavoro, gli hobby, lo sport, le relazioni, tutto è estremamente incastrato e veloce. Questa frenesia che rispetto ad anni precedenti e generazioni precedenti da quelle attuali ci coglie, ci porta a dover esprimere, secondo me, anche il nostro malessere in modo più veloce e impattante.

È questo il ruolo dei disturbi psicosomatici che hanno la loro origine in campo emotivo e psichico, dunque estremamente interno, anche se la loro espressione più visibile riguarda l'esterno, il nostro corpo o la nostra pelle. Questa tipologia di disturbi è bene che venga compresa, analizzata e pensata, perché il rischio attuale e sempre più riscontrato, è quello di trascinare per un lungo tempo questi sintomi senza agire per poter stare meglio. Alcuni di questi infatti, non sono espressioni particolarmente invalidanti, spesso ci si convive. Ad esempio pensiamo a psoriasi di diverso tipo, dermatiti lievi, arrossamenti, bruciori, pruriti. Il rischio che spesso si corre è di trascurare dunque questa espressione di malessere, ritenendola poco influente e poco pressante nella nostra vita. A livello fisico potrebbe anche essere tollerata per alcuni periodi, ma a livello psicologico dobbiamo attivarci immediatamente: se il malessere arriva infatti ad esprimersi attraverso fragilità corporea, vuole dire che la nostra mente non è riuscita in qualche modo a processare tale fragilità, e che ha dovuto ricorrere all'aiuto del corpo. Questo significa che la nostra situazione psicologica è già abbastanza provata e già abbastanza delicata, molto probabilmente da tempo. 

Questo non significa che per forza ci troviamo di fronte a patologie gravi oppure malfunzionamenti psichici gravi, ma che vi è un malessere diffuso sul quale agire.

Molto spesso questo tipo di espressione sintomatologica si esprime nei ragazzi tardo adolescenti: oltre a sfoghi sulla pelle, si parla spesso di gastriti, coliti, nausee, forti mal di testa. Spesso capita infatti che in questa fascia d'età ancora le parole esatte per esprimere e descrivere uno stato d'animo non siano facili da trovare, e che quindi la nostra mente chieda aiuto al corpo. Sono questi allo stesso modo casi in cui bisogna agire e rivolgersi ad un professionista, nel minor tempo possibile, per non acuire e rendere più gravoso lo stato d'animo della persona. 

Ad oggi infatti, il sostegno psicologico è sempre più diffuso e sempre più accettato, accolto, quindi è accessibile. L'idea che si debba proprio stare male e rischiare di essere invalidati nella vita quotidiana con malesseri estremi, non è più l'unico presupposto per entrare in psicoterapia. Semmai, vista la diffusione di una prevenzione sempre maggiore a livello psicologico, mi sembra sano potersi attivare e darsi la possibilità di avere un sostegno e un lavoro emotivo insieme ad un professionista. Senza aspettare di stare estremamente male. Una buona lezione di questi tempi dove si accede alla prevenzione e alla cura più specifica su molti fronti, credo sia il legittimarsi una sofferenza, legittimarsi e riconoscere una fragilità e agire per risolverla. Nell'era del movimento, dobbiamo muoverci!

Cristina Fregara

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