Sono principalmente due gli episodi che hanno riaperto una crisi tra il Partito Democratico e gli altri partiti che gravitano nel centrosinistra ligure: l’elezione del presidente di Provincia a Savona e l’arrivo a Genova del candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini.
Le vicende elettorali savonesi per la nomina del presidente di Provincia hanno portato a strane alleanze. Il Pd savonese infatti ha deciso di appoggiare la candidatura del totiano Pierangelo Olivieri, riconfermato con il 67% dei voti. Il resto del centrodestra invece (Lega e Fratelli d’Italia) ha voluto correre da solo schierando una candidatura alternativa come Giancarlo Canepa, sindaco di Borghetto Santo Spirito.
Quella tra Toti e il Pd è senza dubbio un’alleanza “sui generis” che già ieri ha creato malumori all’interno della coalizione di centrosinistra.
“Spiace constatare che ci vorrà più di un congresso per risolvere il problema di visione all’interno del Partito Democratico - commentava il consigliere regionale Gianni Pastorino (Linea Condivisa) - Se è vero che è del tutto legittima un’autonomia territoriale su scelte politiche, risulta difficile comprendere l’appoggio al candidato totiano. È lo stesso modus operandi che ha portato tempo fa il Pd ad appoggiare la candidatura a Varazze di Alessandro Bozzano, divenuto poi Consigliere Regionale nella lista di Toti.
Dunque è iniziata la corsa al grande centro ma mi chiedo: nessuno ritiene che queste scelte aumenteranno ulteriormente il distacco delle persone dalla politica?”.
Oggi rincara la dose un altro consigliere regionale, Ferruccio Sansa, che non solo critica la scelta del Pd a Savona ma commenta negativamente l’arrivo nel capoluogo ligure del candidato alla segreteria del Pd Stefano Bonaccini:
“Tra i suoi sostenitori sono apparsi in prima fila Claudio Burlando, Franco Vazio e Carlo Ruggeri - dice Sansa - Hanno tutto il diritto di farlo, per carità. Va bene, anzi, benissimo perché contribuisce a fare chiarezza.
E non parliamo delle persone in quanto tali. Ma Burlando, Vazio e Ruggeri per noi rappresentano il passato. Hanno un'idea di politica in cui non c'entriamo niente.
Sono stati i leader del centrosinistra ligure in una stagione che abbiamo sempre criticato e contrastato con tutte le nostre forze. Una stagione in cui la Liguria ha visto prevalere il partito del cemento. Una stagione in cui governava uno schieramento che aveva imbarcato tutti, da sinistra a destra. Una stagione in cui il centrosinistra si era fatto sistema di potere (partiti, imprese, banche, porto).
Esattamente il contrario della politica in cui crediamo e per cui ci battiamo.
Loro hanno ovviamente il diritto di tornare a fare politica, ma noi abbiamo altrettanto il diritto di criticarlo.
Siamo nati proprio per proporre un centrosinistra alternativo, opposto, a questo.
Con questo PD noi non c'entriamo niente. È bene saperlo subito perché la strada non può essere la stessa.
Noi vogliamo costruire una proposta nuova. Di idee più che di potere. Una proposta coraggiosa, senza tatticismi. Una proposta che sappia mettere insieme finalmente la tutela dell'ambiente e del lavoro. Una proposta che tuteli gli ultimi e salvi la sanità pubblica. Una proposta che guardi ai giovani e al futuro piuttosto che a logiche passate.
Se è questo che vuole tornare a essere il PD, ne ha tutto il diritto. Buon viaggio. Auguri a tutti. Non saremo alleati, ma durissimi avversari”.
Oltre a queste due vicende che vi abbiamo raccontato e che rappresentano un po’ il “casus belli” vi è però un problema di discussione e confronto sui temi. Anche a livello locale. Una discussione che sembra destinata a non aprirsi mai, anche in questa occasione di “riforma” del fronte progressista.