Municipio Ponente - 26 dicembre 2022, 11:21

Bolla, quel bar che ha rilanciato la movida a Pegli (e anche di più)

Da un’avventura imprenditoriale di successo a un fatto sociale: creare comitive sane e un divertimento senza eccessi si può. Ecco la storia di Pierpaolo Bonaventura e del suo ottimo staff

Bolla, quel bar che ha rilanciato la movida a Pegli (e anche di più)

C’è un ragazzo di Pegli che il suo destino lo portava scritto già nel cognome. E che poi è stato bravissimo a dare la giusta direzione, a quel destino, grazie al talento, allo spirito imprenditoriale, alla visione, al coraggio, alle idee vincenti.

Quando, nel 2016, Pierpaolo Bonaventura, brillante barman classe 1968 con una grande passione per la musica, si apprestava a rilevare uno dei locali meglio avviati della delegazione, in pochi avrebbero scommesso su di lui. Perché è nella natura del pegliese, vedere con un certo stupore un volto nuovo dietro a un bancone, e magari mugugnare anche un po’.

“Ma io sapevo che non sarebbe andata così e sapevo di aver ragione - racconta Pierpaolo, che per tutti a Pegli è semplicemente Pier - Sapevo di aver rilevato una bellissima macchina e sapevo di poterla portare a pieni giri, con il mio lavoro, i miei sacrifici e il mio entusiasmo”. Così Pier ha tenuto fede al cognome che porta, ed è iniziata la sua ‘buona avventura’: e il bar avviatissimo è diventato oggi ancora più frequentato, ancora più à la page, ancora più elegante e curato nei minimi dettagli.

Siamo all’incrocio tra via Martiri della Libertà, via Pavia e via Beato Martino: il nome lo hanno certo capito i pegliesi, ma anche centinaia di genovesi che ormai, specie nel fine settimana, partono con i loro mezzi e vengono appositamente qui. Perché il Bar Bolla - e qui sta anche il motivo del perché si racconta questa storia - non è solo un fatto positivo e di successo dal punto di vista imprenditoriale, ma è anche un fatto sociale: è nata qui e continua a veleggiare qui la prima e unica movida del Ponente cittadino. Una movida pegliese che è sana, che è festosa, che è fatta di giovani dal volto pulito, che ha voglia di divertirsi ma sempre nei giusti limiti e che, particolare di non secondaria importanza, crea indotto alle altre attività del posto, pizzerie soprattutto ma anche ristoranti.

La movida del Bar Bolla, insomma, sta lì a dimostrare che una movida ‘buona’ esiste, che si può creare, che non c’è solo qualche movida che dà problemi, come nel centro di Genova, ma che, al contrario, vi sono esempi virtuosi. E vi sono anche grazie a Pier e a tutto il suo staff, che questa movida l’hanno creata, l’hanno fatta crescere e la continuano a coltivare nel tempo.

“Il 5 febbraio del 2023 saranno passati sette anni da quando è partita la mia gestione. È vero, ho portato bene questo locale, l’ho seguito e l’ho fatto crescere, ma sono una persona a cui piacciono le sfide e quindi non vedo mai nulla come un punto di arrivo. Siamo un locale pop, ecco mi piace definirci così”.

Pier parla al plurale perché non dimentica mai il suo staff. Anzi, pure questo lo ha allargato: e da che ha mantenuto due posti di lavoro rispettando un patto con la precedente gestione, poi ne ha creati altri. Oggi la squadra si compone con l’esperta e storica Alessandra, con le brave e sempre sorridenti Giulia e Martina e con gli ultimi importanti acquisti rappresentati da Clara e Andrea. “Ho visto subito, già nel 2016, dove si poteva crescere, a cominciare dal nome”, ricorda Pierpaolo Bonaventura. Già, il nome Bolla: un nome che a Pegli vuol dire sempre qualcosa, vuol dire un posto preciso, vuol dire una famiglia che quel cognome lo aveva, vuol dire un barista come Gianni (che è stato qui per quarant’anni e più), vuol dire ottimi aperitivi e altrettanto ottima compagnia.

Pier ha chiesto alla famiglia che portava quel cognome se “potevo utilizzarlo nelle insegne, nei bicchieri, se potevo insomma lanciarlo come marchio, facendo un’operazione di marketing. Ottenuto l’ok, è stata creata la scritta, che è finita sull’insegna, sui bicchieri, sui tovagliolini. Perché questo nome meritava, perché doveva girare ancora di più”.

Poi, la seconda intuizione: “Mi sono accorto che tornavano indietro poche tazzine con il rossetto. E mi sono detto che potevo creare una clientela più mista, con tante ragazze oltre che ragazzi. L’ho fatto incrociando la mia grande passione per il vino. Ed ecco che oggi siamo un locale per gli aperitivi e per il vino di qualità. E poi, anche nel rispetto del cliente, una parte degli utili vengono sempre reinvestiti nel bar: abbiamo allargato il dehor con dei tavolini fissi, abbiamo acquistato gli sgabelli, aggiunto altre vetrinette, acquistato una macchina per il caffè che è una ‘fuoriserie’ e nuovi elettrodomestici, mentre uno dei prossimi lavori sarà ristrutturare i servizi igienici. Ci tengo: tengo all’ordine, alla pulizia, alla qualità, al servizio, ai sorrisi che dispensiamo alle persone che se li meritano. Ci tengo al ‘giro’ che siamo riusciti a creare e che continuiamo costantemente ad ampliare. Ci tengo a portare al massimo il mio staff, e poi a ripartire”.

Arrivare e ripartire, ripartire e arrivare nuovamente. “Sai perché ho scelto questo mestiere? - conclude Pier - Perché amo la musica e dietro al banco potevo ascoltare la musica tutto il giorno. Poi, perché mi piace stare in mezzo alle persone: con discrezione, senza mai esagerare troppo, senza mai dire la parola di più”. Già, la musica: pure questa è selezionata con cura. Esiste una playlist Bar Bolla? Chissà, magari è stata appena lanciata un’altra idea…

Intanto, la realtà è che una bella movida è possibile. Ed è realtà di non poco conto. Prosit. Ma prosit davvero.

Alberto Bruzzone

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