Municipio Ponente - 14 dicembre 2022, 18:11

Ca’ Nuova, i cittadini stanchi delle promesse: “Servono servizi, non annunci”

Dario Di Giorgi, volontario e residente, scrive al nostro giornale: “Le proposte devono avere una possibilità di azione da parte dell’ente pubblico. Un privato non investe i suoi denari se non c’è reddittività”

Ca’ Nuova, i cittadini stanchi delle promesse: “Servono servizi, non annunci”

Ieri pomeriggio a Palazzo Tursi, nel corso del Consiglio Comunale tematico sulla grande distribuzione a Genova, si è parlato anche del caso del Cep e di quel supermercato che manca ormai da parecchi anni nella parte alta, sulla piastra di via 2 Dicembre. A portare l’argomento in aula è stato il consigliere comunale della Lista RossoVerde, Filippo Bruzzone: “Di certe parti della città - ha detto ai rappresentanti della Giunta Bucci - vi occupate troppo poco o non vi occupate per nulla. Ad esempio del supermercato che da anni manca in via 2 Dicembre”.

È un servizio che è scomparso e del quale ci sarebbe bisogno, così come del medico di base e di tanti altri riferimenti che sono venuti a mancare nel tempo e che stanno trasformando Ca’ Nuova sempre più in un quartiere dormitorio.

A portare avanti le sue battaglie, sue e di larga parte della cittadinanza, è anche uno dei volontari più attivi del quartiere. Si chiama Dario Di Giorgi e a proposito del tema supermercato espone il suo punto di vista con una lettera al nostro giornale: “Riavere un supermercato nel quartiere è uno dei sogni di tutti i cittadini del Cep - sostiene - Ma rimane il fatto che un supermercato è un esercizio privato e nessuno può costringere un privato a investire i suoi quattrini in un contesto che non garantisce una minima redditività, come capitato alle gestioni precedenti. Secondo me, le proposte devono avere una possibilità di azione da parte dell’ente pubblico: ne sono state fatte anche in passato, ma ora è più ‘comodo’ continuare a dire pubblicamente che ci si impegna per avere un supermercato ben sapendo che, salvo miracoli, nessun imprenditore privato lo farà. Così poi la ‘colpa’ è di chi non vuole aprirlo. Bisogna invece che le varie amministrazioni trovino impegno e soluzioni senza far ricadere i problemi ai cittadini”.

Il caso degli studi medici, secondo Di Giorgi, è emblematico: lì sì che la partita è pienamente pubblica, così come riguardo alla gestione degli edifici da parte di Arte (l’Azienda Regionale Territoriale per l’Edilizia della provincia di Genova) e riguardo al riscaldamento.

“Il Cep non cambierà mai - prosegue Di Giorgi - se non si parte con una rieducazione delle persone assegnatarie e assegnate. Molte sono incivili e sporcano, dove molti puliscono, altrettanti lasciano in disordine e noi volontari ogni giorno constatiamo questi problemi e disagi. La responsabilità non è solo dei cittadini ma anche chi dovrebbe amministrare e controllare l’operato dei lavori, perché sarebbe bastato smistare di più gli assegnatari, e invece sempre peggio, danno la casa sempre e solo a persone che sono l’ultimo anello del disagio. Qui bisogna intervenire con progetti sociali mirati, controlli, formando i cittadini e poi intervenire con le strutture interne dei palazzi, con porte blindate nei vari appartamenti per evitare occupazione abusiva, con controlli di sicurezza da parte delle forze dell’ordine. Occorre inserire attività commerciali, presidi medici, non si possono abbandonare i cittadini come vecchi giocattoli in soffitta”.

Si parla di grandi progetti di riqualificazione, specie per l’area di via Novella, “ma la realtà è che c’è una discarica a cielo aperto e servono sempre decine di segnalazioni per veder risolti i problemi”. Pulizia e decoro, non progetti faraonici: “È di questo che avremmo bisogno”. Il progetto a cui si fa riferimento è redatto dal Comune di Genova, che lo ha approvato all’interno del cosiddetto Pinqua, ovvero il Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare.

“La proposta del nuovo parco aggregativo-sportivo - si legge - si confronta con la necessità di spazi pubblici di qualità che possano contribuire a migliorare la vivibilità del quartiere stesso, oltre al bisogno di arricchire il quartiere con funzioni e servizi intergenerazionali, ora del tutto assenti. L’intervento rappresenta il volano per permettere agli abitanti di riappropriarsi degli spazi pubblici, trasformandoli da non luoghi a punti di incontro per la collettività, mirando a rafforzare la comunità locale e generare processi virtuosi di cura e presidio degli spazi aperti, oltre a migliorare sensibilmente l’accessibilità, la fruizione, la sicurezza e la qualità degli stessi. Obiettivo del progetto è attirare un’utenza anche non residente in via Novella, per rendere l’area un polo di aggregazione a livello urbano”.

Sono quattro le direzioni che saranno intraprese: spazi di socialità e di ristoro, con tavoli e panche per pic-nic e un’area gioco-bimbi; spazi e attrezzature per attività di fitness outdoor; spazi e attrezzature sportive per ragazzi (pump-track); campo sportivo polivalente.

Inoltre, “è prevista la realizzazione di due nuovi volumi a servizio dell’area, finalizzati a garantire un presidio e ad agevolare un auspicabile affidamento in gestione: un primo volume a destinazione bar-ristoro in corrispondenza del terrazzamento superiore, composto da una sala comune con bancone bar, un servizio igienico a norma disabili e due depositi/locali tecnici; un secondo volume a destinazione spogliatoio a servizio del campo polivalente, composto da due distinti blocchi spogliatoio, ciascuno con servizio igienico a norma disabili e docce, oltre a due depositi/locali tecnici e un piccolo locale quadri elettrici”.

Il totale complessivo dell’intervento, che è giunto allo step definitivo, ammonta a 880mila euro. È un buon passo, ma senza servizi, come dicono i cittadini, rischia di portare poco benificio. 

Alberto Bruzzone

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