I preparativi di Natale ogni anno sembrano quasi anticiparsi, sempre di più. I negozi in giro per la città si riempono di festoni già quasi a metà novembre e le strade si immergono nelle luci dorate cadenti dalle prime ore buie dei pomeriggi.
Cosa succede in questo periodo dell'anno?
Probabilmente anticipare nelle nostre menti il periodo natalizio ci aiuta, e sempre di più. Ci aiuta a tollerare la fatica e le angosce di tutti i giorni. Natale, infatti, benché molti lo sentano come un momento delicato o addirittura sofferente, è un periodo di pace, o almeno così lo si può reputare. Durante le vacanze ci si permette il riposo, ci si permette di mangiare e sgarrare un po'di più, spesso ci si permette una piccola pausa, insomma, dagli impegni quotidiani e dalla routine lavorativa. Molte persone aspettano questo momento per essere maggiormente in pace e per sentirsi più vicine ai familiari. Spesso, infatti, ci si permette di tollerare in questi periodi, maggiormente la diversità delle persone che ci stanno vicine.
Abbiamo bisogno forse di legittimarci più momenti di pausa? Più momenti come questi, come il Natale, e forse di accelerarlo sempre di più nelle nostre vite.
O forse possiamo concedercelo più spesso, senza festoni o strade addobbate e piene di gente?
Una riflessione che mi stimola mentre guardo le strade piene, anche durante questo ponte dell'8 dicembre, è il fatto che potremmo più spesso darci la possibilità di respirare aria natalizia, cioè aria di tempo per sé, per i propri pensieri, per riscoprire le persone vicine e dar loro più tempo. Certo, le diversità, anche profonde, che spesso ci allontanano dagli altri esistono sempre, ma perché allora non offrirci più spazio per imparare a gestirle, queste diversità? E senza aspettare Natale, o le feste, ma nel quotidiano? Saremmo più leggeri, e forse più liberi di guardare questi periodi di feste con meno illusioni.
E poi Natale è uno spazio prezioso anche per fare i conti con un anno che passa, dentro di noi. Cosa è successo? Come ci siamo sentiti? È una festa tra le più intime, perché ogni anno è sempre uguale e prevede gli stessi passaggi, ma siamo noi che cresciamo, evolviamo, oppure rimaniamo fermi, o stiamo un po' peggio. Siamo noi che determiniamo, in questo periodo dell'anno, il movimento che c'è stato. E sarebbe bello potersi soffermare, rilevarlo, chiedersi come, l'anno prima, ci sentivamo di questi tempi, se avevamo le stesse consapevolezze, le stesse insicurezze. Oggi è sempre uguale o siamo diversi?
Questo potrebbe essere un Natale, interno. Un ritrovo con se stessi, un tempo dedicato ai legami, alla riflessione su quali persone ci siamo scelte e quali rapporti dobbiamo per forza gestire. Il Natale non è altro che un modo per sentirsi, per starsi più vicini, senza necessità di addobbi e musiche dagli altoparlanti.