S’infiamma, nel Ponente genovese, il dibattito legato alla nuova diga foranea e, nello specifico, all’ipotesi di costruire i cassoni all’interno del porto container di Pra’, nel cosiddetto sesto modulo. Una prospettiva avanzata dal sindaco Marco Bucci che proprio non va giù, tra le delegazioni di Pegli e di Pra’, che rischiano di trovarsi con una nuova servitù sotto alle loro finestre e con un panorama ulteriormente deturpato.
Sul tema, anche perché è stato interpellato più volte, si è espresso di recente il presidente del Municipio VII Ponente, Guido Barbazza. Lo stesso argomento poi, già trattato in Sala Rossa a Palazzo Tursi nello spazio dedicato alle interrogazioni a risposta immediata, è arrivato in Consiglio Municipale.
Il Ponente ribadisce il suo no ai cassoni nel porto di Pra’ e Barbazza osserva: “In considerazione delle vibranti proteste dei cittadini di Pra’, Pegli e del Ponente tutto, in relazione alla ventilata ipotesi di realizzazione, ‘tout court’, del cantiere per la costruzione dei cassoni per la nuova diga foranea di Sampierdarena proprio al Bacino Portuale di Pra’, preferisco per il momento non addentrarmi nell’esposizione dei motivi che sconsiglierebbero tale soluzione. A maggior ragione se in presenza di alternative valide e ben lontane dal tessuto urbano per la realizzazione dei principali componenti per la grande opera portuale della quale Genova ha bisogno da svariati decenni, che auspico vengano prese in considerazione e adottate”.
Secondo Barbazza; “se si volesse procedere posizionando il cantiere a Pra’, oltre a far sparire, a quanto sembra, una non trascurabile porzione di prezioso specchio acqueo, prolungando ulteriormente verso levante il terrapieno portuale, si avrebbe per svariati anni a venire una presenza ingombrante e poco gradita a quattro passi dalla pista ciclo-pedonale e dal nuovo parco delle dune di Pra’, a poco più di mezzo chilometro dai Bagni Castelluccio e dalle case di Pegli Lido. Proprio davanti alle finestre di cittadini che, invece, aspettano da anni ulteriori opere di riqualificazione e valorizzazione di un litorale già pesantemente impattato dalla costruzione del Bacino Portuale di Pra’ stesso e dall’inquinamento acustico e atmosferico che le sue operazioni generano. La valutazione di un intervento di tale portata evidentemente trarrebbe beneficio dal confronto con i cittadini e il territorio che ne dovrebbero sopportare l’impatto, tramite il coinvolgimento del Municipio, che è l’istituzione che li rappresenta e a loro più vicina. Pertanto, nello spirito della massima collaborazione, e su mandato del Consiglio Municipale, invito il presidente di Autorità di Sistema Portuale, Paolo Emilio Signorini, a un incontro con il Consiglio Municipale e i cittadini, in una seduta monotematica”.
E mentre la data di questa seduta dovrà essere fissata (e oltre a Signorini sarebbe bene che partecipasse anche il sindaco Bucci), una posizione molto critica circa i cassoni viene presa dalla Fondazione Primavera, una realtà da sempre molto vicina a Barbazza e pure all’attuale amministrazione comunale. A parlare per tutti è il presidente, Niclo Calloni: “Ho pensato all’evidente ambiguità del sindaco, che dopo aver accolto entusiasticamente, nel 2017, la proposta del Consiglio di Comunità Praese di prolungare la pista ciclopedonale e le dune lungo tutto il lato di levante del sesto modulo del Porto di Pra’, senza peraltro aver poi fatto niente per realizzarla, e aver successivamente rilasciato roboanti dichiarazioni sul parco delle dune, ora si manifesta apertamente complice di un inaccettabile e ingiusto piano di tombamento e devastazione ambientale volendo portare, ancora una volta a Pra’, ancora una volta nel Ponente, un’ennesima e pesantissima servitù industriale portuale. Adesso basta”.
Intanto martedì prossimo, sempre sul tema, è calendarizzata una conferenza dei capigruppo in Consiglio Comunale. Fondazione Primavera è stata invitata insieme al Comitato di Pegli Lido e al Comitato Pegli Bene Comune. “Daremo il massimo per convincere l’amministrazione comunale a non gravare il nostro territorio dell’ennesima servitù”, è l’obiettivo delle varie associazioni.