Gran finale per il Festival dell’Eccellenza al Femminile alla Sala Mercato del Teatro Nazionale di Genova il 10 dicembre alle 19.30 e l’11 dicembre alle 16 con Camille Claudel di Dacia Maraini, produzione Schegge di Mediterraneo /FEF, regia e immagini di Consuelo Barilari e interprete Mariangela D’Abbraccio.
Alla Sala Mercato del Teatro Nazionale di Genova (piazza Gustavo Modena 3, Ge) il 10 dicembre alle 16.30 si terrà anche l'importante cerimonia di consegna del Premio Ipazia all'Eccellenza Femminile sezione nazionale a Dacia Maraini con tavola rotonda a tema "Il Teatro di Dacia Maraini". (Ingresso libero).
Camille Claudel è uno spettacolo che intende riassumere il fil rouge del Festival dell’Eccellenza al Femminile di quest’anno, così variegato, ma interamente dedicato alle “Icone”, a chi ha saputo sfidare le convenzioni facendosi esempio di forza, coraggio, intraprendenza.
Camille Claudel (1864 –1943) fu la più grande e riconosciuta scultrice di tutti tempi, vittima di un doloroso processo di “distruzione del talento femminile” ad opera del suo maestro e amante, della famiglia e delle società di cui ci dà lucida lettura, riscattandola come vittima di un sistema coercitivo, Dacia Maraini nel suo testo teatrale a cui presta il volto e il corpo Mariangela D’Abbraccio.
Camille scultrice allieva di Alfred Boucher a diciott’anni conobbe August Rodin, al tempo già quarantunenne, e se innamorò e divenne sua musa e amante. Fra Rodin e la Claudel nacque un legame che travalicò il rapporto amoroso per diventare fonte d’ispirazione artistica ed energia creativa per entrambi. Quegli anni di intensa passione finirono con la creazione della scultura in bronzo La Valse, del 1891, che Camille scolpì dopo la relazione col compositore Claude Debussy. La relazione con Rodin, si concluse la sciando Camille prostrata nel dolore ma determinata a intraprendere un percorso personale di autoaffermazione. Nascono in questi anni opere come Clotho nel 1893, le varie versioni di La Petite Châtelaine, iniziato nel 1893 e poi ripreso nel 1895 e nel 1898, e nel 1907, L'Age mûr, il suo capolavoro.
Dalla fine della storia d’amore per Rodin emergono i segni di un disordine mentale che Camille espresse poi nel processo di annientamento di sé stessa e delle sue opere. Incompresa e ignorata dalla madre e dal fratello Paul, nel 1913 fu fatta rinchiudere e abbandonata a sé stessa in un manicomio vicino Parigi. Restano innumerevoli lettere, pagine scritte, frasi, immagini e disegni per tratteggiare la sua storia. Lo spettacolo raccoglie i pensieri, le frasi, i suoni, le emozioni della sua lunga prigionia durata trent’anni. Le sue opere e la sua arte sono solo ricordi di emozioni ormai lontane. La luce dei ricordi filtra attraverso diapositive, istantanee in cui forme scultoree e colore entrano come personaggi.
Maggiori informazioni alla e-mail segreteria@eccellenzalfemminile.it oppure su scheggedimediterraneo@fastwebnet.it