Attualità - 01 dicembre 2022, 16:08

Sciopero dei sindacati di venerdì 2 dicembre, corteo davanti alla Prefettura a partire dalle 10

Motivo dell'agitazione è il mancato adeguamento dei salari, che non tiene conto dell'aumento dei costi

Sciopero dei sindacati di venerdì 2 dicembre, corteo davanti alla Prefettura a partire dalle 10

Si preannuncia essere una giornata di disagi quella di domani, venerdì 2 dicembre, a causa dello sciopero nazionale indetto dai sindacati che, in Liguria, sono OR.S.A. TPL, Cub Genova, Si-Cobas, Cobas scuola Genova e Usb Genova e Liguria e che riguarderà trasporti, scuola, sanità e logistica.

Il corteo partirà alle ore 10 davanti al palazzo della Prefettura, in largo Eros Lanfranco, e proseguirà il suo percorso verso piazza Corvetto, piazza della Nunziata per terminare in piazza Caricamento. Le motivazioni riguardano principalmente le difficoltà che i lavoratori stanno attraversando in questi mesi, con gli stipendi che non si sono adeguati all’aumento dei costi. 

Sono previsti disagi e ripercussioni sul traffico cittadino: aderirà allo sciopero parte del personale viaggiante del trasporto pubblico. Garantite le fasce orarie del servizio AMT dalle 6 alle 9 di mattina e dalle 17.30 alle 20.30. Biglietterie e servizio clienti resteranno fermi per l’intera giornata. Per il trasporto provinciale sono garantite le stesse fasce al mattino, mentre dal pomeriggio si riprenderà a viaggiare dalle 17 alle 20. 

ASL 3 specifica che "L'Azienda assicurerà, negli Ospedali e nelle strutture sanitarie territoriali di propria competenza, il rispetto delle norme di legge sulla garanzia dei servizi pubblici essenziali e delle emergenze, per ridurre il più possibile eventuali disagi alla cittadinanza.

In particolare, verranno garantiti i servizi di emergenza e di Pronto Soccorso; potranno invece subire interruzioni e sospensioni le attività prenotate e programmate".

Le organizzazioni sindacali di base in una conferenza stampa congiunta hanno spiegato come l'Italia sia l'unico tra i Paesi dell'Ocse "dove i salari sono più bassi di 30 anni fa, dove l'aumento generalizzato dei prezzi dei beni di prima necessità e delle bollette di luce e gas, insieme all'esplodere della inflazione ormai sopra 1'11% (il 15% per le classi popolari), stanno portando milioni di persone sotto la soglia di povertà".
"È in tale contesto che gran parte dei sostegni sono andati alle grandi imprese anziché ai lavoratori, ai pensionati e ai disoccupati mentre si è registrato un clamoroso incremento della spesa militare. Infatti l'Italia è stata trascinata nel conflitto in Ucraina, divenendo un Paese belligerante" si legge in una nota.

Redazione

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