“L'incontro di oggi pomeriggio organizzato da Libera a Sestri Levante, è stato un'occasione importante per fare il punto sull'attività della Commissione Regionale Antimafia, che presiedo, e nello specifico per trattare il tema del riutilizzo dei beni confiscati alle mafie”. Questo il commento del presidente della Commissione Regionale Antimafia, Roberto Centi, intervenuto oggi pomeriggio insieme ai giornalisti Marco Grasso e Matteo Indice (autori del libro “A meglia parola. Liguria terra di 'ndrangheta”) all'iniziativa “Mafie, processi, beni confiscati. Facciamo il punto nel Tigullio” promossa dal presidio “Nicholas Green” di Libera nel Tigullio, CGIL Tigullio – Golfo Paradiso e ANPI Sestri Levante.
“Libera ha recentemente redatto la seconda edizione del Report nazionale sullo strato della trasparenza dei beni confiscati nelle amministrazioni locali – spiega Centi -. Uno strumento che rappresenta uno spaccato importante sulla capacità degli enti territoriali di rendere pienamente conoscibili e accessibili le informazioni sull'enorme patrimonio immobiliare sottratto alle mafie e destinato a tornare alla collettività attraverso Comuni, Città metropolitane e Regioni. In questo territorio abbiamo degli esempi paradigmatici con i casi legati ai processi di mafia come Maglio 3 e Conti di Lavagna”.
In tema di beni confiscati, Roberto Centi ha colto l'occasione per rimarcare i buoni risultati raggiunti dal recente bando regionale destinato ai Comuni liguri. “493 mila euro di contributi richiesti per 8 progetti da parte di 6 diversi Comuni, sono il bel risultato frutto del lavoro portato avanti anche dalla Commissione che presiedo, che nell'ultimo anno, grazie ad una proposta di legge sui beni confiscati, ha stimolato la Giunta ad attivarsi in tempi celeri sul bando – osserva Centi -. Rispetto al passato trovo molto positivo il fatto che le risorse quest'anno andranno suddivise in modo equilibrato tra progetti che riguardano diversi Comuni. Penso ad esempio al piccolo Comune di Arcola, nello spezzino, che ha presentato domanda per un contributo da 166 mila euro per realizzare una Comunità energetica nel bene confiscato di via Giovato, intitolato a Piersanti Mattarella”.
“Il valore simbolico del bene confiscato ricollocato e messo a disposizione della collettività, è enorme – aggiunge il presidente della Commissione Regionale Antimafia -. Finalmente ci si è resi conto che la Liguria merita di affrontare il tema mafia di petto, perché viviamo in una realtà in cui il radicamento della 'ndrangheta è grave”.
Sul quadro della lotta alla mafia in Liguria, Roberto Centi si è focalizzato molto sul clima di disattenzione generale e sui controlli negli appalti che purtroppo a volte, anche se formalmente corretti, riservano spiacevoli sorprese. “Recentemente ho partecipato alla presentazione del libro 'Punto e a capo. Storia ed evoluzione di mafia e antimafia in Liguria' e spero che il lavoro portato avanti in questo ultimo anno dalla Commissione Regionale Antimafia abbia migliorato la situazione fotografata fino all'anno scorso in questo interessante volume – conclude Centi -. La criminalità organizzata va affrontata con leggi e misure puntuali, ma anche con un lavoro costante e continuativo dal punto di vista culturale e antropologico, perché come diceva Seneca, e com'è stato recentemente sostenuto dall'ex procuratore capo di Genova, Michele Di Lecce: 'Come è limitata l'innocenza che si accontenta di rispettare le leggi'. Serve la consapevolezza dei doveri morali che ognuno di noi ha nei confronti della società in cui vive, doveri non scritti, doveri la cui componente sociale deve prevalere su tutto, sui nostri compiti limitati, sulle nostre limitate funzioni, soprattutto sui nostri egoismi”.