Le aule sono fredde, i caloriferi non scaldano, la temperatura raramente sale sopra i 15 gradi e a Sestri Ponente la protesta diventa clamorosa e rumorosa. Questa mattina solo otto bambini su ottanta sono entrati a scuola, mentre tutti gli altri sono stati riportati a casa dalle famiglie.
Succede alla scuola elementare ‘Renzo Pezzani’ di via Sant’Alberto, dove gli allarmi per il troppo freddo sono stati lanciati nei giorni scorsi, così come nei mesi scorsi e negli anni scorsi, senza però che il problema sia mai stato risolto.
I tecnici del Comune di Genova (gli istituti comprensivi dipendono a livello di manutenzioni dall’amministrazione comunale, mentre gli istituti superiori dipendono dalla Città Metropolitana) sono intervenuti anche di recente: con il risultato che i termosifoni si sono scaldati per un po’, ma poi si sono raffreddati e il freddo è tornato.
Segno che ci sono difetti strutturali, problemi che andrebbero affrontati alla radice e non solo attraverso ‘tappulli’. Ieri mattina bambine e bambini con le rispettive insegnanti hanno trovato le aule calde, tra i 18 e i 19 gradi, come prevede l’attuale normativa anche per contenere il caro bollette. Poi, già verso mezzogiorno, la temperatura interna è scesa e dopo le 14 alcuni genitori sono andati a prendere i loro figli, che sono usciti in anticipo perché la situazione era diventata insopportabile.
Poi, questa mattina, la decisione di scegliere la strada della protesta plateale: bambini fuori da scuola, salvo pochissimi casi. E a tutto questo è seguita una durissima lettera alla civica amministrazione da parte del Comitato Genitori dell’IC Sestri, di cui è presidente Elio Stanchi. Nel mirino, l’assessore comunale ai Lavori Pubblici, Pietro Piciocchi, e il suo collega con la delega alle Manutenzioni, Mauro Avvenente, così come i rispettivi uffici e i tecnici, a cominciare dall’Ufficio Calore.
“Oggi, 29 novembre 2022 - si legge nel testo - molti di noi genitori della scuola ‘Renzo Pezzani’ di via Sant’Alberto, a Sestri Ponente, terranno a casa i bambini della primaria da scuola. Da anni chiediamo interventi sul plesso per renderlo adeguato al secolo in corso, abbiamo sempre cercato il dialogo, ma ottenuto solo promesse disattese e chiacchiere. Ogni anno chiediamo che venga alzato il riscaldamento perché, in assenza di interventi, è l’unico modo per mantenere il clima nelle aule sopportabile per i nostri bambini. Ogni anno dobbiamo sperare che il meteo sia benevolo in modo da non dover vestire i bambini come se dovessero andare in settimana bianca. Ogni anno dobbiamo fare il balletto delle temperature, come se fosse sempre la prima volta, come se non facendo nulla qualcosa potesse essere migliorato”.
I genitori accusano: “Ci si riempie la bocca con waterfront, funicolari e quant’altro faccia sensazione, ma a fine 2022 non siete capaci di dare un ambiente accettabile a bambini da 6 a 10 anni, alcuni fragili per cui si dovrebbe avere un’attenzione maggiore. Questa giornata a casa ci pesa enormemente, noi abbiamo a cuore l’istruzione dei nostri figli, ma abbiamo a cuore anche la loro salute e da malati non possono certo imparare. Se siamo arrivati a tanto, è perché da queste parti, nella periferia della periferia, l’assenza e l’inconsistenza delle istituzioni è ormai intollerabile. Ma i nostri bambini sono uguali agli altri. Noi prendiamo atto che non c’è alcun interesse dell’amministrazione verso la nostra comunità, ma voi prendete atto che la nostra pazienza è finita”. Così oggi si rimane a casa da scuola. Chi ci rimette? La didattica e i bambini. Una situazione che urla vendetta.