È passato un mese dall'abbraccio di Bonassola a don Giulio Mignani, il prete sospeso dalla curia di Spezia per le sue esternazioni su aborto, omosessuali e fine vita. Passata la tempesta mediatica il don si gode gli ultimi giorni nella sua Bonassola, con un trasloco alle porte e un futuro sempre più incerto.
Cos'è cambiato a un mese dalla sua sospensione?
“All'inizio c'è stato il calore umano delle persone, le prime settimane le ho passate a cercare di rispondere ai tanti messaggi che ho ricevuto, spero che le mie risposte siano arrivate a tutti. Naturalmente ci sono stati parecchi contatti con i giornalisti, è stata una scia lunga di interviste. C'è stato anche l'aspetto materiale del passaggio di consegne e l'organizzazione del trasloco. In queste settimane ho cercato di stare accanto a padre Marco, il prete che mi ha sostituito. So che quando si entra in una realtà nuova ci si deve ambientare, l'ho aiutato a prendere in mano la situazione. Sto anche cercando di organizzare il trasloco, venerdì prossimo sarà il mio ultimo giorno qui, dovrò consegnare le chiavi della canonica a padre Marco che per adesso è in quella di Framura”.
E' triste?
“Sì, sono qui da tredici anni, in questo periodo si creano relazioni importanti. Sono dispiaciuto anche dal punto di vista ambientale, Bonassola è un paese bellissimo, oggi (ieri, ndr) sono andato al mare in pausa pranzo. Portare via tutto emotivamente si sente”.
Dove andrà a vivere?
“Non andrò lontano, mi trasferirò nella mia casetta di famiglia a Sarzana, a un'ora da Bonassola, ho rassicurato tutti, tornerò presto”.
Ha avuto riscontri sul suo futuro?
“La sospensione non ha una scadenza, è a tempo indeterminato. Il vescovo mi ha detto che ci saremmo visti dopo qualche mese, a quel punto si tratterà di dialogare, sarà lui a decidere, ma le sue condizioni perché io possa riprendere le mie funzioni sono che mi sia reso conto di aver sbagliato a esternare affermazioni diverse dal magistero, ma non mi sento di poterlo fare, l'ho detto sinceramente al vescovo. Non disdegno affatto la riflessione e la preghiera, anzi sono giunto a questo momento avendoci riflettuto sopra, un'ulteriore riflessione non porterà a considerazioni diverse. A quel punto, potrei rimanere prete sospeso, una soluzione che non mi permetterebbe di dire messa, ma al tempo stesso rimarrei nella curia dedicandomi ad altro, per esempio mi piacerebbe lavorare con la Caritas. L'altra soluzione è che il Vescovo decida che non posso continuare a parlare come membro della chiesa".
Quale delle due soluzioni teme di più?
"Nessuna delle due, come membro della chiesa continuerei a mantenere un'entrata, che ammonta a mille euro al mese, nella seconda ipotesi dovrei trovarmi dal niente un altro lavoro e a 52 anni. Dopo quasi trenta della mia vita donati al clero non mi sembrerebbe corretto, considerando che prima di entrare in seminario avevo davanti a me un'importante carriera in banca. Detto questa nessuna delle due ipotesi mi spaventa, sono pronto a rimboccarmi le maniche come ho sempre fatto”.
Ultimamente è sbarcato sui social e ha rilasciato molte interviste, non pensa di essere diventato un personaggio?
“Ho aperto il mio profilo Instagram una settimana fa, l'ho fatto perché tanti mi hanno detto che la gente mi sta cercando non sapendo come raggiungermi. In realtà le interviste che ho caricato risalgono a prima della sospensione o ai giorni in cui la decisione del vescovo è stata resa nota. Le ho caricate non per essere un personaggio, ma perché i social mi consentono di raggiungere più persone. In tanti stanno vedendo le mie interviste e mi scrivono di essere rimasti colpiti dalle mie parole”.