Si conclude con un successo in termini di numeri e partecipazione l’edizione numero venti del Festival della Scienza.
30mila studenti da 14 regioni d’Italia, 220mila presenze complessive per gli eventi del festival, tornato in presenza dopo i due anni di pandemia che ne hanno fortemente condizionato lo svolgimento.
13 giorni in cui 400 animatori e scienziati hanno raccontato le meraviglie della scienza in 300 eventi, suddivisi tra laboratori, conferenze, eventi e spettacoli.
“E’ andata molto bene - ha detto la direttrice del Festival Fulvia Mangili - siamo molto contenti, è stato un festival pieno di persone, di colori, di eventi molto belli. Siamo assolutamente molto soddisfatti”.
Le fa eco il presidente del Festival della Scienza Marco Pallavicini: “La prossima edizione avrà una parola a tanti risvolti, significati e interpretazioni per ispirare l’edizione 2023. Quella di quest’anno è stata magnifica. Un ritorno in cui abbiamo superato i numeri del 2019 e del 2018. Questo a conferma che, a parte la parentesi Covid, questa è una manifestazione in crescita continua sia per qualità che per quantità che per impatto sul territorio.
Abbiamo avuto alberghi pieni, ristoranti affollati anche grazie al festival. Anche di questo siamo molto felici”.
Alberto Diaspro, presidente del comitato scientifico del festival ha poi aggiunto: “E’ stato effettivamente un bellissimo festival, ricco di incontri con le persone, di nuovo. Per ricordare una recente battuta di Francesco Guccini, in effetti quando la guerra è finita c’era una gran voglia di ballare. Le persone sono venute con noi per questa danza in linguaggi differenti sulla scienza, Siamo riusciti a mettere insieme con i linguaggi tutto quello che potevamo mettere insieme sulla scienza ma la prossima edizione sarà ancora più fantastica e credo che rimarrà impressa per molto tempo, come questa, nelle persone che sapranno venire al prossimo festival della scienza".
L’assessore Stefania Corso ha ribadito come questa sia stata "un’edizione a cui hanno risposto tantissimi giovani da tutta Italia, 30mila gli studenti arrivati da 14 regioni differenti. Un record che ha riportato i numeri a un periodo pre pandemia. Era un dato importantissimo. E’ stato importante soprattutto perché si è usciti da un periodo pandemico con un disagio giovanile e la possibilità di incontrarsi e di confrontarsi sempre più rara. Questo si è scavalcato anche grazie al Festival della Scienza. La prossima edizione speriamo ripercorra questa passi. Avevamo annunciato un’edizione da record e con grande orgoglio che effettivamente sia avvenuto quello che ci aspettavamo”.
Proprio l’assessore al Marketing e alle Politiche Giovanili, prendendo la parola a inizio conferenza stampa, ha ribadito: “Chiudiamo insieme questo percorso così come lo avevamo iniziato qualche settimana fa. Oggi non è un i’n bocca al lupo’ ma un ‘complimenti’. E’ andata oltre le aspettative”.
Nel corso della conferenza finale il presidente del festival ha voluto ribadire come il ritorno in presenza abbia segnato un importante traguardo nella ventesima edizione del Festival: “Eravamo fiduciosi, abbiamo scommesso sul festival grande, totalmente in presenza. Abbiamo buttato il cuore oltre l’ostacolo perché non potevamo sapere quali condizioni avremmo trovato in questi giorni. Per fortuna le condizioni pandemiche non hanno impattato e anche il tempo mite ci ha aiutato facendo si che questa fosse la più grande edizione degli ultimi 10 anni”.
220mila persone hanno varcato la soglia di un evento facendo segnare un numero enorme di presenze per un evento che è capace di coniugare il rigore della scienza e il divertimento della divulgazione, affidata agli animatori.
“Abbiamo fatto un bel festival - ha poi concluso Pallavicini - ma continuiamo a pensare che potremmo fare di più se avessimo più risorse. Non è un piagnisteo, ma non dobbiamo dimenticare che ci sono cose bellissime che rinunciamo a fare perché non abbiamo risorse. Parlo, per esempio, delle grandi mostre che vanno programmate per tempo”.
Nell’ottica delle prossime edizioni, Mangili ha ribadito come il ritorno in presenza delle classi sia un dato incoraggiante, da tenere in considerazione: “Abbiamo superato le presenze del 2019, soprattutto per la parte di pubblico scolastico. L’85% dei posti prenotatili è stato prenotato dalle classi. Questo è un numero che per noi è il più incoraggiante, nell’ottica del futuro. Abbiamo visto un pubblico di ragazzi molto presenti alle conferenze. Aver introdotto la gratuità agli under 20 ha avuto sicuramente un impatto ma è stato un segnale molto positivo visto che il Festival si rivolge alle giovani generazioni”.
“Credo che abbiamo mantenuto tutto quello che ci siamo detti in questo festival - ha ricordato Diaspro - Linguaggi per stabilire quella cerniera che ha unito famiglie, generazioni e differenti discipline. La più grande ricompensa per animatrici, animatori e lo staff sono stati i sorrisi delle persone e gli sguardi pieni di meraviglia degli studenti, dalle elementari al liceo. Loro, con linguaggi differenti, sono entrati nuovamente in sintonia con scienziati e con chi porta cultura. C’era una grandissima voglia di tornare a fare le cose insieme e in presenza. Gran parte di questo dialogo lo hanno permesso proprio animatrici e animatori”.
Poi, prima di annunciare la parola chiave dell’anno prossimo, Diaspro ha aggiunto: “Vogliamo far emergere la ricerca di base. La parola chiave del prossimo anno sarà qualcosa che spero si manterrà e manterrà vivo il festival dei prossimi anni. Sarà Impronte”.
Il grande grazie finale è andato agli animatori che nel corso dei 13 giorni di eventi hanno animato laboratori e mostre, coordinato ingressi e gestito location per far si che la macchina Festival fosse perfettamente funzionante. “Sono studenti universitari, liceali in alternanza - ha ricordato Pallavicini - che svolgono un ruolo fondamentale. Gli animatori sono formati e messi in condizione di imparare e di insegnare; si occupano dell’organizzazione. Per scelta li paghiamo, non sono volontari, ma è necessario perché ci sia della qualità”.
“Vorrei pagarli molto di più - ha concluso poi il presidente del Festival - ma è giusto che venga riconosciuto loro un compenso per lo sforzo intenso e prolungato che fanno”.
Non resta che aspettare la prossima edizione del Festival della Scienza, dal 26 ottobre al 5 novembre 2023 all'insegna delle Impronte.