Ha attirato un centinaio di persone la conferenza che si è tenuta ieri sera all'interno della chiesa di San Gerolamo a Castelletto dedicata all'opera attribuito Domenico Piola.
A raccontare il dipinto è stato Giacomo Montanari, docente universitario e curatore scientifico dei Rolli Days.
"L'iconografia è di gran voga nel '600 e racconta l'educazione di Maria bambina e ci riporta alla dinamica di educazione anche all'intento di quelle che erano le istituzioni cittadine come l'Università che ha dipinti con gli stessi caratteri - spiega Montanari - La cosa interessante è andare a cercarle nelle chiese della nostra città quelli che sono magari dei piccoli segni artistici. La chiesa di San Gerolamo è contemporanea, nata negli anni '30 del Novecento, ma che raccontano invece tutta l'eredità puntuale e culturale che la nostra città ha veramente in grande quantità, soprattutto quella legata all'epoca barocca.
C'è un dettaglio interessante che, ovviamente in distanza rispetto a questo dipinto che è della seconda metà del '600, questa iconografia è stata anche resa famosa da un dipinto importante di Pietro Paolo Rubens che è l'artista che ricordiamo in questo 2022 come quattocentenario del famoso libro legato ai palazzi di genova ed è interessante per ricondurre l'immagine di Maria bambina di questa prototela protobarocca che in Piola trova a Genova uno dei suoi campioni più significativi".
Un quadro dunque particolare, attribuito, come detto, a Domenico Piola che nella Genova Seicentesca è stato un riferimento nell'arte, capace di dare il suo personalissimo tocco.
A proposito dell'opera e della sua precisa origine non si sa molto. Probabilmente si trovava nella chiesa di San Gerolamo ma, come è stato ribadito proprio durante l'incontro, l'iconografia ha portato fortuna alla bottega del Piola.
La dottoressa Patrizia Risso, a proposito della chiesa e del ciclo di conferenze, aggiunge "La chiesa di Nostra signora delle Grazie e san Gerolamo a castelletto ha organizzato per quest'anno una serie di incontri alla scoperta, potremmo dire, delle numerose opere d'arte che sfuggono a volte pensando che questa chiesa sia una chiesa moderna. Infatti, la prima pietra fu posta nel 1929 e poi, successivamente, si dovette lavorare a lungo per completarla però conserva testimonianze del suo antico passato, o meglio, dell'antico passato delle chiese da cui prende l'intitolazione cioè il santuario delle grazie al molo e la chiesa di San Gerolamo, risultata a fine 800, con l'urbanizzazione della zona, insufficiente per contenere tutti i fedeli. Era una chiesa dove potevano stare trecento persone e ai primi del Novecento i fedeli di castelletto erano 4mila. Ci ripromettiamo di andare avanti fino a maggio, il prossimo incontro è già programmato per il 24 novembre quando la dottoressa Caterina Olcese Spingardi ci parlerà dell'opera dello scultore Airaldi che ha realizzato trent'anni fa l'altare, i candelabri, il leggio, la sedia del parroco secondo i dettami post conciliari".
Gli incontri, gratuiti e aperti al pubblico, riprenderanno il prossimo 24 novembre con l'intervento della dottoressa Olcese a proposito dell'opera dello scultore Airaldi.