“Le situazioni emergenziali internazionali, dovute in primis alla emergenza sanitaria pandemica e in ultimo ai noti accadimenti bellici, ancora in corso, hanno prodotto sul mercato libero delle fonti energetiche forti tensioni economiche, finanziarie e creditizie che si sono riverberate in un importante incremento dei prezzi unitari di gas ed energia elettrica”. Con questa premessa, contenuta nella pec inviata a tutti i commercianti che occupano le aree del Porto Antico, Gilberto Gagliardi, direttore generale della società Porto Antico ha comunicato gli aumenti sulla quota consumi che, spiega il presidente del civ Riccardo De Giorgi, sono di quattro, in alcuni casi di cinque volte superiori alle cifre pagate finora.
“La scrivente, – spiega Gagliardi – pur mettendo in atto tutte le misure necessarie di contenimento dei consumi energetici per ridurre gli effetti negativi economici di tali tensioni, è costretta, suo malgrado, a dover aumentare gli acconti, previsti a contratto, dei consumi a Vostro carico per l'anno 2022”.
Per questo motivo De Giorgi ha lanciato una proposta a nome delle circa venti attività che compongono il civ, a cui si aggiungono le altre all'interno del Porto Antico, che comprende l'Acquario di Genova, per un totale di circa cinquanta società che occupano l'area.
La proposta è quella di rendere il Porto Antico indipendente dal punto di vista energetico, sfruttando le potenzialità dell'area. Nel farlo si appella al Comune, alla società stessa e all'architetto Renzo Piano, che firmò il progetto dell'Expò del 1992, anno in cui l'intera zona fu oggetto di restyling.
“Ci sono tante attività – spiega De Giorgi - che stanno scegliendo di lavorare solo nelle fasce orarie più marginali, dove vanno meglio. In città si vedono attività che sono chiuse di giorno e puntano sulla sera o viceversa. A oggi secondo me non c'è una presa di coscienza reale, la differenza è che sulle bollette non si può tergiversare, si può procrastinare un mese, al secondo ti staccano la luce”.
“Noi - dichiara il presidente del civ a La Voce di Genova - paghiamo un canone di affitto a cui si aggiunge un acconto di oneri accessori che sono le spese del guardianaggio, della promozione turistica e pubblicitaria, le pulizie, i servizi degli spazi comuni, e poi paghiamo un acconto sui consumi: aria condizionata, il riscaldamento, le luci esterne, tutte voci che fanno parte delle nostre fatture mensili. L'aumento riguarda la quota che comprende i consumi, il canone già aumenta di suo con l'Istat, non sono aumentati gli oneri accessori, ma sono aumentati, com'era prevedibile, le quote dei consumi energetici”.
“La cosa antipatica – continua – è che è mancato il tatto nei rapporti che dovrebbero esserci tra affittuari e concessionari e non è stata applicata la regola del buonsenso. Non è stato fatto nessun incontro, ma è arrivata una freddissima pec con cui è stato preannunciato che retroattivamente da luglio ci sarebbe stata un'integrazione all'acconto, questa è un'integrazione, chissà poi come sarà”.
De Giorgi spiega che al di là della pec non ci sono stati contatti con la società Porto Antico per spiegare le ragioni dell'aumento: “Questo non avviene da molto tempo”, ma nonostante questo il civ ha scelto di non inscenare una protesta, ma portare una proposta: “Le proteste servono a poco, la proposta del civ è quella di usare quest'area come un laboratorio, perché quest'area ha sia vantaggi che svantaggi, gli svantaggi sono che non abbiamo solo il Comune o lo Stato, ma anche la società che è concessionaria. Vedendo però l'aspetto positivo, con un'interlocuzione diretta ci sarebbero i presupposti per creare un laboratorio di efficienza energetica in questa area. Un piccolo percorso in tal senso era stato intrapreso alcuni anni fa. Abbiamo i pali con le vele di Renzo Piano che sono famosi in tutto il mondo, oltre a tutti i pali presenti che potrebbero essere delle mini paleoliche”.