L’annosa questione del porticciolo di Pegli e del collegamento tra la passeggiata a mare di Pegli e la Fascia di Rispetto di Pra’ torna a essere oggetto di discussione politica dopo l’ennesimo fermo imposto dal Tar alle procedure di gara e al progetto di riqualificazione di tutta l’area. Nei giorni scorsi la minoranza in Municipio VII Ponente ha depositato un’interpellanza che sarà discussa nella prossima seduta del Consiglio Municipale.
Il documento porta la firma di Alessio Boni, capogruppo della Lista RossoVerde, di Claudio Chiarotti, capogruppo del Partito Democratico (e già presidente del Municipio VII Ponente), di Massimo Currò, capogruppo del Movimento 5 Stelle, e di Fabio Quartino, capogruppo di Genova Civica. I quattro consiglieri municipali ricordano che “con la sentenza numero 661 dello scorso 1° agosto il Tar Liguria ha annullato le determinazioni dirigenziali della Direzione Urbanistica del Comune di Genova, relative alla realizzazione di una struttura dedicata alla nautica da diporto a Genova Pegli e più precisamente nell’area fra il Castelluccio e il Risveglio. La sentenza del Tar Liguria sostiene che il provvedimento del dirigente della Direzione Urbanistica del Comune di Genova è stato influenzato da una comunicazione dell’assessore comunale all’Urbanistica nella quale veniva espressa la preferenza per un progetto (quello di Bagni Castelluccio) rispetto all’altro (quello di Porto Pegli) e che ciò ha comportato una ‘radicale illegittimità in patente violazione dei principi di imparzialità e parità di trattamento in materia di procedure concorrenziali’”.
Secondo Boni, Chiarotti, Currò e Quartino, “tale ingerenza ha comportato di fatto un azzeramento di quanto finora posto in essere per poter finalmente giungere alla realizzazione del porticciolo di Pegli Lido. Peccato però che il quartiere aspetti ormai da decenni la realizzazione di un nuovo porticciolo, in quanto tale opera darebbe nuova linfa a un quartiere che sta lentamente scivolando verso il degrado sia in termini di qualità della vita che in prospettiva economica. Il Municipio VII Ponente ha da sempre ritenuta prioritaria la realizzazione di tale opera collaborando alla stesura del vigente Piano Urbanistico Comunale in termini di osservazioni puntuali. Ricordiamo che ulteriori ritardi potrebbero inoltre compromettere la realizzazione della fermata metropolitana di Pegli Lido”.
Per questo si interpellano il sindaco di Genova, Marco Bucci, e la Giunta Comunale, in particolare l’assessore comunale con delega all’Urbanistica, Mario Mascia, e quella con delega agli Affari Legali, Lorenza Rosso, “per sapere quali azioni intendano adottare per superare l’impasse amministrativo creatosi e al fine di consentire ai proponenti di realizzare finalmente l’opera tanto attesa da parte della popolazione”.
Da più parti, visto che la ‘battaglia’, nei tribunali e non, dura ormai da quasi vent’anni, si auspica una soluzione di compromesso, con le parti che possano giungere a un accordo extragiudiziale. L’origine risale al lontano 2003, mentre l’ultima puntata è andata a favore di Porto Pegli srl e rappresenta un altro blocco in questo faticosissimo iter. Quando ormai la gara sembrava essere risolta in favore di Bagni Castelluccio, ecco che invece è giunta la sentenza del Tar Liguria che accoglie il ricorso di Porto Pegli, dichiara irregolare la procedura pubblica indetta dal Comune di Genova e condanna l’amministrazione comunale al pagamento delle spese processuali per una cifra di tremila euro.
La sentenza è firmata dai magistrati Luca Morbelli (presidente), Paolo Peruggia e Richard Goso (consiglieri) e contiene elementi di giudizio molto forti rispetto soprattutto all’ente pubblico che avrebbe dovuto gestire la gara: vale a dire Palazzo Tursi.
Secondo i giudici del Tar, infatti, l’allora assessore comunale all’Urbanistica, Simonetta Cenci, avrebbe preso decisioni in maniera autonoma, e non a livello collegiale: “Ha indebitamente manifestato la volontà dell’ente a tale riguardo, sostituendosi agli organi muniti di competenza in materia”, si legge nella sentenza.
Ma soprattutto, il Comune avrebbe scelto “in patente violazione dei principi di imparzialità e parità di trattamento in materia di procedure concorrenziali, il progetto valutato meno favorevolmente, ma modificato in melius d’ufficio attraverso il recepimento, sotto forma di prescrizioni, dei pregi del progetto concorrente”.
Vale a dire che Tursi scelse il progetto di Bagni Castelluccio, contrariamente a quanto indicato dalla Regione Liguria il 5 agosto del 2020, e poi vi inserì gli elementi migliorativi del progetto concorrente, ovvero quello di Porto Pegli. Ancora, secondo il Tar, “non è stata valutata la macroscopica differenza di valore economico tra i due progetti. Il Comune avrebbe dovuto invitare alla conferenza di servizi anche il Ministero dell’ambiente. Il Municipio territorialmente interessato non è stato coinvolto nel procedimento. La relazione urbanistica sarebbe inficiata da errori di calcolo delle superfici agibili per i servizi alla nautica e per ulteriori dotazioni nelle aree richieste in concessione”.
E ora? Il Comune dovrà valutare se ricorrere al Consiglio di Stato, oppure se far partire nuovamente una gara soffertissima e comunque con ormai scontati colpi di scena. Intanto, la zona di fronte a Pegli Lido è sempre più oggetto di degrado. Stesso discorso per la zona del Risveglio.