Attualità - 30 luglio 2022, 07:00

Consumo del suolo, il Tigullio tra i peggiori in Liguria

A livello nazionale però la nostra regione riesce a contenere l’eccessivo consumo del suolo

Consumo del suolo, il Tigullio tra i peggiori in Liguria

In Italia il cemento ricopre una superficie totale vasta quanto l’intera Liguria. Sono i dati che emergono dall’edizione 2022 del Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” realizzato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) e si tratta di uno dei valori più alti degli ultimi 10 anni. Basti pensare che dal 2006 al 2021 sono stati “rosicchiati” 1.153 chilometri quadrati di suolo naturale: una perdita di aree verdi e, di conseguenza, di biodiversità con un danno stimato di 8 miliardi l’anno.

LA SITUAZIONE IN LIGURIA

La Liguria riesce a contenere l’eccessivo consumo del suolo per la sua conformità fisica anche se rientra tra le 15 regioni italiane in cui il suolo consumato supera il 5% (7,8% pari a 37.846 ettari).

La percentuale nella provincia di Genova si attesta all’8% di suolo consumato nel 2021, stesso dato alla Spezia mentre Savona e Imperia arrivano al 6% circa (6,7% la prima e 6,4% la seconda. Nella città metropolitana di Genova la percentuale più alta va a Chiavari con il 29% di suolo consumato nel 2021 che corrispondono a 355 ettari. A seguire il capoluogo ligure al 23,7%, con 5.695 ettari. Poi Santa Margherita Ligure (19%), Lavagna (18,9%), Recco (16,6%), Carasco (16,8) Cogorno (16,1%) e Rapallo (13,4%). Secondo questi ultimi dati il Tigullio ed il relativo entroterra risultano essere tra i peggiori per quanto riguarda il consumo di terra.

A preoccupare di più gli studiosi è la velocità di trasformazione del territorio nazionale: si calcola infatti che, se si dovesse confermare la velocità attuale anche nei prossimi anni, il nuovo consumo di suolo passerebbe a 1.552 chilometri quadrati tra il 2020 e il 2050. Ciò significa che, a partire dal 2030, la “sostenibilità” dello sviluppo richiederebbe un aumento netto delle aree naturali di 318 chilometri quadrati o addirittura di 971 chilometri quadrati che andrebbero recuperati a partire da subito.

Marco Garibaldi

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