Lo strappo all’interno del centrodestra c’è stato sia in Parlamento, con l’abbandono di diversi onorevoli e senatori di Forza Italia che non hanno digerito la decisione di far cadere il governo Draghi e accodarsi alla Lega, sia a livello locale con il brusco botta e risposta tra il governatore Giovanni Toti ed il sottosegretario alla Difesa Giorgio Mulè. Quest’ultimo ha definito Toti “un Di Battista un po’ sovrappeso” ed è dovuta intervenire la direzione regionale di Forza Italia per cercare di clamare le acque.
Aldilà delle polemiche e scaramucce si lavora ora ad un grande soggetto al centro. Ne avevamo già parlato nelle scorse settimane ma ora si cerca di accelerare sui i tempi perché le elezioni sono vicine.
“Il voto del 2018 ha decretato la fine della Seconda Repubblica - così diceva Giovanni Toti lo scorso 9 luglio a Roma durante il lancio del cantiere di Italia al Centro - Credo che i partiti abbiano un dovere, a partire da noi, devono dire che questo sistema politico è finito e bisogna costruirne un altro nuovo, basato su nuovi presupposti, su nuove alleanze, o meglio un allargamento delle alleanze, nuove geometrie e nuove forme di partito, nuovi equilibri e nuovi baricentri”.
La richiesta di novità nello scenario politico è dunque chiara dalle parole del presidente Toti che vuole realizzare un progetto alternativo all’attuale centrodestra. Gli ultimi avvenimenti romani sembrano proprio portare a questo. Il ministro Renato Brunetta, uscito da Forza Italia, sembra sposare in toto le parole del governatore ligure:
“Non mi sono allontanato io da Forza Italia, è Forza Italia che, non votando la fiducia, si è allontanata da sé stessa, dalla sua storia, dalla sua cultura - sottolinea il ministro in un post - Questo è il mio dolore, ma lo dico con serenità e tranquillità, senza ira né pregiudizi né rancore. È stata una scelta sentita, su cui ho ragionato molto e per cui mi sono addolorato molto. Ho sperato fino all’ultimo in un sussulto di responsabilità, che non è arrivato. Mi batterò ora perché la cultura e i valori di Forza Italia non vadano perduti. Perché, mai come adesso, le sue migliori energie liberali e moderate trovino il coraggio e la comune volontà di rivendicare una linea politica consonante con i suoi principi, la sua storia e la sua visione del futuro”.
Intervistato da Lucia Annunziata su Rai 3 Brunetta si è spinto oltre sostenendo la necessità di un nuovo polo, lo ha definito “Fronte Repubblicano”, che possa portare avanti i punti dell’agenda Draghi. E tra i nomi citati dal ministro all’interno del fronte c’è anche Giovanni Toti.
Oltre ai transfughi da Forza Italia sono diversi i soggetti politici che puntano alla creazione di un grande centro.
Carlo Calenda con Azione e +Europa ha presentato proprio ieri un Patto Repubblicano:
“Noi siamo sempre stati nello stesso punto e quel punto è un’agenda repubblicana - dice Calenda - Un’agenda di buon senso: vuoi il gas? Devi fare i rigassificatori. Vuoi gestire l’immondizia? Devi fare i termovalorizzatori”.
Potrebbe convergere all’interno del “Fronte Repubblicano” Enrico Letta con il Pd. Partita più complicata invece per Italia Viva di Matteo Renzi che sembra voler correre da solo.
Insomma Giovanni Toti sembra voler far parte e metter in moto quel progetto che è stato solo abbozzato a Genova nelle ultime elezioni amministrative con un allargamento al centro (Marco Bucci è stato sostenuto anche da Italia Viva). Se il progetto del “Fronte Repubblicano” prenderà piede resta da capire però quanto possa reggere questa “novità” la maggioranza all’interno del consiglio regionale ligure. Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia già mal digeriscono gli attacchi totiani di questi giorni. Tra gli scenari da tenere in considerazione dunque c’è anche la possibilità che molto presto, sicuramente dopo il 25 settembre, i liguri siano richiamati alle urne per rieleggere i membri del consiglio regionale.