Attualità - 30 aprile 2022, 17:50

L’ex direttore Girani: “Troppi veti, il Parco di Portofino non diventerà mai nazionale”

Secondo lo studioso e ricercatore, “finché ci sono Toti e la Lega al governo, questo parco nazionale non si farà mai. Il Ministero per la Transizione Ecologica sta adesso cercando di trovare una mediazione, perché tutti i parchi in cui i confini sono stati imposti, poi non sono riusciti

L’ex direttore Girani: “Troppi veti, il Parco di Portofino non diventerà mai nazionale”

“Finché c’è al governo della Liguria Giovanni Toti e finché c’è l’accordo con la Lega, il Parco nazionale di Portofino non si farà”. A dirlo non è una persona qualunque, ma colui che il parco lo conosce meglio di tutti, l’ex direttore Alberto Girani, che ha ricoperto la carica per ben sedici anni, dal 2003 al 2019, anno in cui se n’è andato, pochi mesi prima della pensione, in aperta contrarietà a un provvedimento inerente il sentiero delle Gave: “Non volevo che ci fosse la mia firma su quegli atti”, ricorda oggi.

Girani che è stimato da tutti per la sua professionalità e per la sua competenza, prende una posizione netta e assai chiara in merito alla lunghissima vertenza per trasformare il Parco di Portofino da regionale a nazionale: una battaglia passata da essere politica a legale, a colpi di carte bollate tra ricorsi al Tar, appelli al Consiglio di Stato, confini che si allargano, si restringono, nuovamente si allargano e nuovamente si restringono, enti come Anci Liguria che provano a trovare una soluzione mediana, enti come il Wwf che provano a trovare una soluzione mediana, sindaci che vorrebbero starci dentro, sindaci che non vorrebbero starci dentro, sindaci nemmeno interpellati. Un gran pasticcio, insomma.

La sensazione è sempre stata quella di trovarsi di fronte a un’occasione persa. Lo conferma anche Girani: “È esattamente così. L’obiettivo era quello di sfruttare il parco e il suo indotto per tutto l’anno, per questo l’iter verso il parco nazionale nasceva sotto le migliori intenzioni. Nasceva da me e dall’allora presidente Francesco Olivari, sindaco di Camogli. Poi, nel 2007, il senatore del Pd, Massimo Caleo, divenne relatore di una legge sui parchi. Portofino e il Parco del Matese sarebbero dovuti diventare nazionali. La legge non passò, ma Caleo riuscì a far inserire la ‘nazionalizzazione’ di questi due parchi dentro la legge Finanziaria di quell’anno. Da allora, sin da allora, si è tentato da subito si smontare questo provvedimento, di boicottarlo a livello locale”. 

Secondo l’ex direttore, “per la Regione Liguria il parco nazionale non solo doveva ricalcare gli stessi confini di quello regionale, ma doveva anche avere la stessa governance. Cosa che non sarebbe stata possibile. Tra i sindaci maggiormente contrari, ricordo quello di Portofino. Oggi posso dire che non è cambiato nulla: c’è una sostanziale pregiudiziale a non fare il parco nazionale. Ci sono sindaci che hanno beneficiato meno della Regione Liguria, in particolare con Toti, che vorrebbero provare a entrare. Ma quei sindaci ideologicamente allineati con Toti, non hanno intenzione di vedere alcun cambiamento”.

Ecco perché Girani ribadisce: “Finché ci sono Toti e la Lega al governo, questo parco nazionale non si farà mai. Il Ministero per la Transizione Ecologica sta adesso cercando di trovare una mediazione, perché tutti i parchi in cui i confini sono stati imposti, poi non sono riusciti. Ma la Regione Liguria non si siede mai con impegno ai tavoli di confronto. Prevalgono tattiche dilatorie. Io sono andato via dopo l’operazione sul sentiero delle Gave (una lunga striscia di cemento, che poi è stata demolita, per fortuna, ndr) ma anche per tutte queste incertezze sull’istituzione del parco nazionale. Ora c’è un’altra governance, decisamente in sintonia con la Regione Liguria”.

A supporto del parco ampliato si è espresso, nei giorni scorsi, anche il geologo e popolare volto televisivo Mario Tozzi, che è stato premiato a Camogli con il Premio Sostenibilità Ambientale, nella Giornata mondiale della Terra: “Se ci sono le ragioni, e ci sono, per tutelare il territorio, i parchi hanno un ruolo sovraordinato rispetto a tutti gli altri enti. Quindi, visto che, nel loro statuto, c’è la salvaguardia del territorio, devono essere più ampi possibile, avere una dimensione consistente, per proteggere l’habitat, non piccoli frammenti. Il mio pensiero vale anche per il Parco di Portofino”.

Allo stato attuale, l’iter è nuovamente incagliato. L’ultimo punto di questa infinita partita è stato messo a segno dagli ambientalisti, in particolare dall’associazione Amici del Monte di Portofino, che nei giorni scorsi ha ottenuto, attraverso una sentenza favorevole al Consiglio di Stato, la sospensione dell’efficacia della sentenza del Tar ligure, che aveva accolto invece la linea della Regione Liguria e di alcuni comuni contrari all’ampliamento per la creazione del Parco Nazionale di Portofino. In attesa dell’udienza al Consiglio di Stato nel merito, si torna all’area più ampia, come aveva stabilito il Ministero della Transizione Ecologica. Attualmente sono ancora in vigore i confini del parco regionale. I confini allargati sono contestati da nove degli undici comuni interessati, che sono Avegno, Cicagna, Chiavari, Portofino, Rapallo, Recco, Santa Margherita, Tribogna e Zoagli. Gli unici favorevoli sono Camogli e Coreglia.

Sono tre le proposte avanzate per riperimetrare i confini del Parco di Portofino, che con 1056 ettari oggi comprende solo Camogli, Portofino e Santa Margherita, per trasformarlo in nazionale. Il ministro Roberto Cingolani vuole inserire undici comuni arrivando a 5.363 ettari; Anci Liguria sette comuni (Camogli, Portofino, Santa Margherita, Zoagli, Rapallo, Chiavari e Coreglia) e l’Area Marina Protetta per 2.940 ettari; la Regione punta sui tre comuni attuali e l’inserimento dell’Area Marina Protetta su 1.700 ettari. Questa proposta è stata bocciata recentemente dall’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), anche se il parere non è vincolante. Una sintesi non si raggiunge. E probabilmente è vero: difficilmente, molto difficilmente si raggiungerà mai.

Alberto Bruzzone

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