Sanità - 06 aprile 2022, 16:41

Vaccinazioni Covid, Bassetti: "Tutto finirà nel momento in cui tutti avranno fatto la terza dose”

Il primario di San Martino: "Anticipare troppo la quarta dose e fare un richiamo oggi vorrebbe dire metterci nelle condizioni di farne poi una quinta al prossimo inverno"

Vaccinazioni Covid, Bassetti: "Tutto finirà nel momento in cui tutti avranno fatto la terza dose”

Il primario di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino Matteo Bassetti ospite del programma televisivo “L’imprenditore e gli altri” di Cusano Italia TV è tornato a parlare di vaccini e di quarta dose. 

E' difficile fare un discorso generale, oggi non possiamo dire che la quarta dose la devono fare tutti perché sarebbe una fuga in avanti. Ci sono alcune categorie di persone che dovranno farla adesso e sono sostanzialmente le persone più fragili, cioè gli immunodepressi. Dopodiché, per quanto riguarda tutto il resto della popolazione, credo che i dati al momento non siano sufficienti per poterci dire di fare una dose così vicina alla terza, soprattutto in un Paese come il nostro che ha ancora 10 milioni di persone che devono ricevere la terza dose”.

Secondo il virologo l’Ema dovrebbe approvare la quarta dose, lasciando poi gli Stati europei liberi di decidere come e se somministrarla “sulla base della propria epidemiologia e di come sono andate le cose fino ad oggi".

È importante sottolineare che chi non ha ancora fatto la terza dose deve farla, tutto finirà nel momento in cui tutti avranno fatto la terza dose” evidenzia il virologo, aggiungendo: “La quarta dose bisogna chiamarla dose di richiamo, così come accade per l’influenza. Anticipare troppo la quarta dose e fare un richiamo oggi vorrebbe dire metterci nelle condizioni di farne poi una quinta al prossimo inverno”.

Secondo Bassetti, il numero di casi sta aumentando in maniera considerevole ma non è il dato su cui concentrarsi: “Stiamo vedendo un numero di contagi molto significativo, ma quello che deve essere il nostro indicatore non è quanta gente ha il tampone positivo, ma quanta di quella gente che ha il tampone positivo ha la polmonite. Oggi, chi ha il tampone positivo non ha nella stragrande maggioranza dei casi la malattia grave, quindi si cura a casa e non va in ospedale”.

 

E conclude: “Dopo una campagna vaccinale come quella che abbiamo fatto, è evidente che dobbiamo entrare in una fase nuova, che non vuol dire che non dobbiamo più usare questi strumenti, ma vuol dire che questi strumenti non devono più essere declinati con obblighi e decreti. Se una persona si sente sicura a utilizzare la mascherina, anche quando guida l’automobile da sola, è liberissima di farlo, dopodiché non possiamo avere una visione ‘cinese’ per cui continuiamo a dire alla gente che se non si mette la mascherina gli facciamo la multa”.

Redazione

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