"E' una mafia dei camionisti, non ne possiamo più, prima o poi ci rimettiamo la vita".
A dirlo è Fiorella Negro, abitante della frazione di Montemoro a Savona, direttamente coinvolta dall'ennesimo incidente avvenuto ieri sera sulla strada provinciale 29 del Cadibona. Il camion che si è ribaltato infatti si è accasciato proprio sulla sua abitazione. Ma la pazienza dopo 11 anni è finita.
Quel tratto di strada nel 2011 è stato allargato e come dicono i residenti, potrebbe essere quella la causa dei 4 sinistri che si sono verificati sempre nello stesso punto. Il 18 agosto di 10 anni fa, passando per il primo aprile del 2015, il 27 febbraio del 2020 e infine nella serata di ieri. Fortunatamente con nessun ferito.
"Hanno allargato una curva che quando era stretta andava bene perché i tir si fermavano per far passare gli altri mezzi ora invece vanno ai 45-50 all'ora in un punto dove ci vorrebbe il limite ai 30 - prosegue l'abitante - hanno sbagliato l'angolatura della curva, va ristretta lasciando la lontananza dalle case, gli alti amministratori questa cosa non la capiscono".
"72 anni che abito qui e non è mai successo nulla, sono anni invece che abbiamo paura, non possiamo stare fuori e dobbiamo attraversare la strada sempre di corsa - ha proseguito preoccupata anche per la salute, visto che ogni giorno raccolgono e respirano polvere di carbone - non possiamo neanche vendere le case perché non le comprerebbe nessuno".
A qualche metro di distanza è presente anche la fermata della corriere per gli studenti che vanno a scuola a Cairo.
"E' pericolosissimo per loro, per noi che ci viviamo, mio marito ad esempio ieri 5 minuti prima dell'incidente era in macchina, non oso immaginare cosa sarebbe successo. Stessa cosa una signora l'anno scorso, per 30 secondi. Mettono i velox sul rettilineo e non in curva in quel punto, è senza senso" specifica la signora che ha precisato che nelle settimane scorse all'inizio della strada del Cadibona hanno misurato il traffico dei camion.
La rabbia è tanta così come la delusione nei confronti delle istituzioni, il comune e la Provincia in primis.
"Siamo stufi e arrabbiati con gli amministratori, non è logico tutto questo. Il Cadibona non è una strada fatta per i tir, devono chiedersi gli ingegneri perché i camion si rovesciano sempre lì - ha proseguito Fiorella Negro - Li facciano andare sull'autostrada, noi non li vogliamo più, abbiamo fatto dei sacrifici per una vita e non è possibile vivere così, siamo persone che paghiamo tutto quello che lo stato ci impone di pagare".
Il prossimo passo oltre a rivolgersi a dei legali, probabilmente sarà decidere di bloccare la strada in segno di protesta.