Un racconto al presente. Il diario di un trauma. La perdita di una madre raccontata dalla protagonista: una bambina di 9 anni. Mescola autobiografia, ricordi ed emozioni, proprie e percepite, ‘Ballerine nere numero 33’ (edizioni Dialoghi), il primo romanzo di Elisa Crosta, 38 anni genovese, che vive a Roma da sei anni e che ama scrivere per passione: “È una storia, in parte autobiografica, che volevo raccontare da tanto tempo e che ho voluto scrivere soprattutto per dare voce ai bambini: spesso sono gli adulti a parlare al loro posto, io invece ho voluto dare voce alla protagonista-bambina, per raccontare le cose dal loro punto di vista”, spiega l’autrice mentre è a Genova per il fine settimana e passeggia al Porto Antico.
Quello fatto da Elisa, “non è un racconto al passato, dal porto sicuro dell’età adulta, ma un diario al presente, fatto di quotidianità, di emozioni che nascono e crescono mentre accadono”. Un diario di nove giorni in cui Lucia, la protagonista, racconta quello che le succede in quei nove giorni che hanno cambiato per sempre la sua vita dalla corsa in ospedale alla perdita dell’affetto più caro. “È il racconto del vuoto, dell’assenza, ma soprattutto un racconto che vuol far capire cosa succede nella mente di una bambina dopo un trauma. So quanto sia importante mettersi al livello dei bambini per comprenderli: a volte gli adulti, per proteggerli, omettono, cancellano, invece è spiegando con le parole giuste, mettendosi alla loro altezza, che un bambino può comprendere”.
La storia è ambientata a Genova, negli anni ’90, si ritrovano tempi lenti di quegli anni con una scuola lontana dalla tecnologia: “Non c’erano né cellulari né smartphone, il mondo era più semplice: si viveva una vita di quartiere, tra compiti e giochi”.
Un libro che è una scatola di ricordi come quella in cui Lucia raccoglieva i suoi, e che avevano preso il posto di un paio di ‘Ballerine numero 33’: scarpe basse a misura di bambina con cui Lucia ci fa entrare a casa sua, dove ci sono una sorella adolescente, improvvisamente adulta, un padre che si trova solo e che non sa più come parlare, due nonne che cercano di coprire il vuoto con la loro presenza troppo ingombrante, fatta di cibo, attenzioni e parole, una zia che diventa l’unico punto fermo in un vortice impazzito, l’unica che provi a dare le risposte difficili di cui Lucia ha bisogno e di cui tutti hanno paura. Il racconto dei nove giorni si amalgama con episodi del passato di Lucia, in cui tutto era ancora normale, possibile, fatto di momenti in famiglia, di conquiste, di pagine divertenti e di episodi in cui il mondo degli adulti a volte sembra non avere senso.
Il libro, che si può ordinare online e in tutte le librerie, sarà presentato per la prima volta a Genova lunedì 31 maggio alle ore 18 in diretta streaming sulla pagina Facebook della Mondadori Bookstore di Genova, e il ricavato sarà devoluto alla cooperativa sociale BeFree, centro antiviolenza di Roma: “Ho deciso di devolvere i ricavi della vendita del libro a questa associazione, perché voglio aiutare quelle donne coraggiose, che affrontano qualcosa di difficilissimo come questa bambina, e che grazie ai centri antiviolenza possono riscrivere la loro storia e nel mio piccolo vorrei contribuire a progetti che le possano aiutare”.