Politica - 26 gennaio 2021, 12:15

Giorno della Memoria: seduta solenne del Consiglio regionale

Medusei: "Occorre formare coscienze capaci di scegliere i principi che l’indifferenza eclissò"; Lo storico Cavaglion: "Il giorno della memoria deve trasmettere i valori di un cittadino aperto alla libertà"

Giorno della Memoria: seduta solenne del Consiglio regionale

Si è svolta questa mattina, in videoconferenza, la Seduta solenne del Consiglio regionale dedicata al Giorno della Memoria. La cerimonia è stata istituita con la legge regionale 9 del 16 aprile 2004, in memoria della Shoah e della persecuzione degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale.

Gianmarco Medusei, presidente del Consiglio regionale, ha aperto la seduta con un saluto e ha invitato consiglieri regionali, assessori e ospiti a osservare un minuto di silenzio per ricordare tutte le vittime dei campi di sterminio.

E’ seguito un breve filmato in cui sono raccolte le preziose testimonianze di alcuni dei tanti ebrei genovesi arrestati, deportati e sopravvissuti alla persecuzione. E’ seguita l’orazione ufficiale di Alberto Cavaglion, docente di Storia dell’ebraismo presso l’Università di Firenze.

Il presidente Medusei ha esordito sottolineando l’eccezionalità della Seduta solenne, che si svolge per la prima volta in videoconferenza, a causa dell’emergenza sanitaria.  "La comunità civile  è chiamata ad affrontare gli interrogativi e le sfide di questo tempo incerto - ha aggiunto - orientando i propri passi sul difficile cammino della consapevolezza  che, “se  questo è stato“ sta a ciascuno di noi  evitare che possa ripetersi".

Facendo un cenno al filmato il presidente ha aggiunto: "Sono immagini che il passare del tempo rende più preziose con lo spegnersi  della voce dei protagonisti e più pressante si fa l’interrogativo sulla trasmissione della Memoria. Forti del bagaglio di queste testimonianze, gelosamente conservate dalle innumerevoli fondazioni nate in ogni parte del mondo, dobbiamo approcciare il male assoluto con gli strumenti scientifici delle discipline storiche e con quelli, non meno efficaci, della letteratura".

Medusei ha aggiunto: "A questo ricchissimo ambito potremo attingere per formare coscienze nuove di donne e uomini liberi dal pregiudizio, capaci  di scegliere sempre quei principi  e valori fondamentali che l’indifferenza dei più eclissò nel secolo scorso». Il presidente ha concluso ricordando l’accorato appello del Premio Nobel per la pace Elie Wiesel: «Sono molte le atrocità nel mondo e moltissimi i pericoli, ma di una cosa sono certo: il male peggiore è l’indifferenza".

Lo storico Cavaglion ha affrontato il tema della trasmissione della memoria: "Ora che le voci dei testimoni non sono più presenti e non possono più parlare ai giovani si aprono davanti a noi diverse possibilità, quella che io suggerisco sempre è la funzione della letteratura, dei grandi libri". 

"E’ sempre accaduto in passato - ha spiegato - che di fronte a episodi storici di grande rilievo la voce del testimone è stata lasciata non solo allo storico, ma anche alla letteratura" e ha citato anche il cinema, la poesia e l’arte. Cavaglion ha ricordato, al riguardo, la vasta eco data dai Promessi Sposi di Alessandro Manzoni alla peste che colpì Milano nel ‘600: "L’altezza di un’opera d’arte – ha detto - sta nella capacità di trasformare un evento e di farlo  durare nel tempo». L’arte nel suo complesso «ha la capacità di traghettare le memorie dal passato al presente e al futuro con un’energia che spesso i libri di storia non hanno perché sono sottoposti a critica e non raggiungono la verità".

Cavaglion ha quindi sottolineato i diversi aspetti della deportazione: "La deportazione razziale, politica civile e militare sono fenomeni diversi fra loro e oggi la Giornata della Memoria è stata assorbita dalla deportazione razziale mentre si parla poco della deportazione politica e dell’internamento militare" invitando ad un 'riequilibrio armonico' fra questi tre aspetti. Cavaglion ha ricordato, infine, che solo alla fine degli anni ’60 i sopravvissuti ai campi di sterminio aveva iniziato a raccontare le atrocità subite: "Fino ad allora c’era la memoria pervasiva della Resistenza che non dava modo di raccogliere la voce del deportato, per molti anni il partigiano era l’eroe e al deportato non era così riconosciuta la dignità di essere inserito nei luoghi della memoria". Cavaglion, infine, ha lanciato un appello affinché le celebrazioni del Giorno della Memoria "perdano ogni ritualità e sia tolto ogni piedistallo per farlo tornare argomento di storia, di studio e per trasmettere i valori di un cittadino aperto alla libertà" e ha concluso: "No ad una storiografia lacrimosa, si deve partire dal male per costruire i cittadini di domani".

Comunicato stampa


Vuoi rimanere informato sulla politica di Genova e dire la tua?
Iscriviti al nostro servizio gratuito! Ecco come fare:
- aggiungere alla lista di contatti WhatsApp il numero 0039 348 0954317
- inviare un messaggio con il testo GENOVA
- la doppia spunta conferma la ricezione della richiesta.
I messaggi saranno inviati in modalità broadcast, quindi nessun iscritto potrà vedere i contatti altrui, il vostro anonimato è garantito rispetto a chiunque altro.
LaVocediGenova.it li utilizzerà solo per le finalità di questo servizio e non li condividerà con nessun altro.
Per disattivare il servizio, basta inviare in qualunque momento un messaggio WhatsApp con testo STOP GENOVA sempre al numero 0039 348 0954317.

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A NOVEMBRE?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.
SU