"La Regione nella Fase 2 sblocchi le liste d'attesa per le prestazioni diagnostiche e di elezione e per le visite di controllo, anche per malati oncologici, senza perdere la priorità della prenotazione, al netto di aggravamenti e urgenze", scrive il gruppo del Partito Democratico in Regione Liguria in apertura di una nota stampa diffusa in giornata.
"Siano però le strutture a contattare i cittadini, senza costringerli a riprenotare. Il dpcm del 26 aprile prevede espressamente che questi servizi, che in Liguria sono fermi da febbraio, riprendano a funzionare. Abbiamo dati nazionali tragici su decessi e codici rossi per patologie non Covid-19. Bisogna individuare gli ospedali Covid e quelli non Covid, utilizzando, per le prestazioni di elezione e per la diagnostica, anche gli ambulatori, le apparecchiature e il personale della sanità privata, in caso di sofferenza del settore pubblico - si legge ancora nel documento -. È necessario prevedere al più presto la riapertura progressiva degli ambulatori pubblici, mantenendo la separazione tra interventi indifferibili (che sono stati sempre eseguiti), ripartenza delle liste d' attesa bloccate a febbraio e nuove liste di esami e visite. In Liguria si rischia di riaprire tutto, tranne le prestazioni sanitarie. Nelle scorse settimane l'assessore Viale, in Commissione, rispondendo a una nostra precisa domanda su questo tema, aveva detto che sarebbero stati fatti degli approfondimenti. È l'11 maggio e ancora non ne sappiamo nulla. Anzi Alisa il 7 maggio scorso, lo stesso giorno in cui Toti ha firmato l'ordinanza con la quale centralizza tutte le responsabilità su quest'azienda, ha emanato una delibera in cui scarica il problema sulle Asl. Ma non doveva essere il soggetto coordinatore delle aziende sanitarie liguri? Bisogna fare in fretta per far ripartire le visite e la diagnostica: le patologie purtroppo non aspettano".