I consiglieri regionali del PD ligure Giovanni Lunardon e Pippo Rossetti in una nota stampa congiunta: "Rivolgiamo un appello al Magnifico Rettore Comanducci affinché l'Università di Genova soprassieda rispetto alla decisione di trasformare Clinica Chirurgica Generale 2 nella nuova Clinica Chirurgica a indirizzo Trapiantologico del San Martino. Facciamo questa proposta perché pensiamo che la discussione sul Centro Trapianti debba riguardare tutti gli attori coinvolti e il sistema migliore per farlo è ricondurre il dibattito all'interno del suo alveo naturale: il Consiglio regionale. Proprio in seconda Commissione Sanità, nei mesi scorsi, su impulso delle opposizioni era stata riaperta la partita del Centro Trapianti di fegato del San Martino, chiuso nel 2012, a cominciare dalla difesa del reparto di Chirurgia Epatobiliopancreatica - che la direzione generale voleva sopprimere - grazie al lavoro svolto dalla minoranza in Consiglio regionale durante la discussione sul piano aziendale del San Martino. Da qui, e dopo una fitta serie di audizioni in Commissione, il tema del Centro Trapianti di fegato è tornato all'ordine del giorno della politica regionale, tanto che era stato fissato un termine per la sua riapertura: la fine dell'attuale ciclo amministrativo. Visto il percorso fatto dal Consiglio regionale e nel pieno rispetto dell'autonomia dell'Università, crediamo sia giusto che la discussione continui dove è iniziata da tempo, in modo da garantire il coinvolgimento di tutti, in una logica unitaria e rispettosa delle diverse autonomie. La pianificazione sanitaria è competenza del Consiglio regionale ed è già in programma una seduta della Commissione a cui saranno invitati tutti gli attori coinvolti, compreso il Rettore Comanducci, di cui abbiamo sempre apprezzato la sensibilità istituzionale, tenuto conto che non si è ancora espresso il Dipartimento chirurgico ospedaliero di San Martino.
La nostra priorità è consolidare i trapianti di fegato al San Martino, senza dover trasferire i pazienti genovesi al Niguarda di Milano, assumendo il personale necessario e dedicando una sala a questa specialità. Tutto questo, naturalmente, facendo attenzione a non ripetere gli errori che, nel 2012, hanno portato alla chiusura del Centro Trapianti per tutte le specialità, che non era più sostenibile dal punto di vista economico.
Ci sembra importante poter ragionare insieme di questa grande opportunità, arrivando una decisione comune, che non tagli fuori nessuno".