Oggi, molto più che in passato, si parla di Autismo. Questo anche grazie a genitori come Franco Antonello, il papà che da anni racconta qual è il mondo dal punto di vista del figlio Andrea, e da cui il regista Gabriele Salvatores ha tratto ispirazione per il film “Tutto il mio folle amore”.
Ma oggi anche per gli adulti, come per i bambini e i ragazzi, esiste un percorso di consapevolezza alla diagnosi, che li aiuta non solo a prendere coscienza del disturbo, ma anche e soprattutto a evidenziare le proprie peculiarità, mettendole in luce, in quanto “queste caratteristiche non sono malattie, ma modalità di vivere il mondo”. Così a questo scopo, insieme alla collega Lalli Howell, Lumachi usa un metodo ormai collaudato, fatto di step precisi, e basato sulle passioni e abilità di ogni autistico. “Oltre alla difficoltà che hanno nella comunicazione sociale, per cui alcuni parlano troppo, altri non parlano affatto e altri ancora parlano sempre della stessa cosa – spiega – l’altra caratteristica che li contraddistingue è avere degli interessi particolari. Sono iperconoscenze monotematiche, che possono variare dalla musica a un temas specifico, come i dinosauri o la Formula Uno. Partendo da qui ognuno può essere consapevole del proprio Autismo”.
Si tratta, nel rispetto dei tempi e delle modalità della persona, di “far fiorire ciò che tendono a tenere nascosto e che invece va mostrato, perché mentre loro temono che si tratti di qualcosa di nessun interesse per gli altri, in realtà sono cose interessantissime”. E sono doti particolari, per cui c’è chi è capace a disegnare, chi modella, chi fa video e chi è esperto di fotografia e astronomia.
Come nel caso di F.C., 48 anni, laureato in Lettere, educatore, e appassionato di foto artistiche e pianeti, la cui storia dolorosa di persona autistica – solo a 45 anni ha scoperto di esserlo – ha ispirato un nuovo progetto. Si tratta di “Te la canto Me la suoni”, un’idea nata dalla collaborazione tra Simonetta Lumachi e Ivano Malcotti della Onlus Associazione Gruppo Città di Genova, e che sarà presentato il 5 maggio al Convegno Cartelli promosso dall’Istituto di Bioetica presso la Facoltà di Scienze della Formazione.
Lo scopo è quello di dare un supporto alla comunicazione delle persone con Disturbo dello Spettro Autistico attraverso strumenti che ne favoriscano l’espressione e la condivisione di sentimenti, emozioni, progetti e pensieri; un modo per elaborare sofferenza e fragilità e insieme recuperare e valorizzare i ricordi legati alla propria esistenza e narrare la propria storia per trarne benessere. E uno degli strumenti per raccontare di sé non può che essere la musica. Da qui, appunto, il nome del progetto “Te la canto Me la suoni”, ispirato alla storia di Casulli. Infatti Malcotti, poeta e autore di testi drammaturgici per il “Teatro di cittadinanza”, ascoltandola ha deciso di scrivere il testo di “Shutdown-Meltdown”, canzone musicata e cantata da Stefano Cabrera e Flavia Barbacetto.
Il titolo richiama due stati psicologici in cui si può venire a trovare una persona autistica, appunto il Meltdown, cioè “l’esplosione che non puoi trattenere -spiega Lumachi - che spesso è di autolesionismo o violenza verso oggetti o persone”, e lo Shutdown, che è il momento che viene subito dopo, caratterizzato dalla “chiusura, con pianto ininterrotto, la sofferenza per non esser riusciti a gestire la carica emotiva e il rimorso”. Ma con un lavoro mirato si riesce a fare in modo che queste fasi, specialmente la prima, si possa prevenire e controllare meglio. Dunque sono il Meltdown e lo Shutdown di F.C. ad aver ispirato la canzone, sul cui testo ha lavorato insieme a Malcotti per arrivare alla perfetta rielaborazione in musica della propria vita.
“Lo abbiamo smontato parola per parola – spiega Malcotti –: si tratta di una tecnica che uso per fare entrare completamente dentro al testo il protagonista, in modo che senta la canzone davvero sua. Serve a rafforzare i percorsi di consapevolezza, promuovendo la centralità della persona in un continuo interscambio di emozioni. Attraverso il progetto Te la canto Me la suoni ognuno potrà raccontare il proprio autismo, non solo con la musica, ma attraverso ogni forma d’espressione e mezzo”.
Intanto a breve sarà disponibile su YouTube il videoclip di “Shutdon-Meltdown”:
E’ una vita complicata
In salita per lo più
Non posare altri pesi
O sprofonda ancora giù
è un dolore che uccide
quando il mondo si fa sordo
un sicario che è anche amico
è davvero un gran bastardo
una ferita da lontano
Come risa trita-carne
quel bullismo dell’infanzia
Del mio pianto cosa farne
Ritornello
SHUTDOWN SHUTDOWN
E’ UN CROLLO CHE INVADE
MELTDOWN MELTDOWN
UNA FORZA CHE ESPLODE
SHUTDOWN SHUTDOWN
UN COLTELLO NELLA SCHIENA
MELTDOWN MELTDOWN
TAGLIA OGNI SCHEMA
Io non riesco a tacere
Non son forte in empatia
Ma cerco un altro modo
Tra silenzi e ipocrisia
Non capisco le espressioni
Doppi sensi e ironia
Tutto è troppo complicato
Sembra un circo di follia
E’ il pensiero di ogni giorno
Quel bambino alla scrivania
Che pensava al suicidio
Come unica poesia
Ritornello
SHUTDOWN SHUTDOWN
E’ UN CROLLO CHE INVADE
MELTDOWN MELTDOWN
UNA FORZA CHE ESPLODE
SHUTDOWN SHUTDOWN
UN COLTELLO NELLA SCHIENA
MELTDOWN MELTDOWN
TAGLIA OGNI SCHEMA
Sono un'anima delicata
trattami con cura