Attualità - 09 marzo 2020, 18:00

Ti racconto il ‘mio Autismo’: è nato a Genova il progetto “Te la canto Me la suoni”

Il progetto, ideato da Simonetta Lumachi e Ivano Malcotti, sarà presentato ufficialmente il 5 maggio. Intanto ne è protagonista F.C., dalla cui storia di Autismo è nata la canzone "Shutdown-Meltdown" musicata e cantata da Stefano Cabrera e Flavia Barbacetto

Ti racconto il ‘mio Autismo’: è nato a Genova il progetto “Te la canto Me la suoni”

Oggi, molto più che in passato, si parla di Autismo. Questo anche grazie a genitori come Franco Antonello, il papà che da anni racconta qual è il mondo dal punto di vista del figlio Andrea, e da cui il regista Gabriele Salvatores ha tratto ispirazione per il film “Tutto il mio folle amore”.

Ma non tutti gli autistici hanno la fortuna di avere genitori così o di aver ricevuto la corretta diagnosi nei primi mesi di vita. Tanto che sono moltissimi i casi di over 30 e 40 che solo da poco tempo sanno di avere il Disturbo dello Spettro Autistico (spettro perché ne esistono infinite sfumature diverse, che caratterizzano ogni persona). Questo perché “si nasce così, ma vuoi per la scarsa conoscenza che si aveva in passato, vuoi perché molti di loro hanno compensato con l’alto funzionamento, la diagnosi è arrivata tardi, dopo anni di depressione e anche di percorsi di salute mentale”, spiega Simonetta Lumachi, coordinatrice pedagogica e fondatrice dell’Associazione Philos, centro psico-pedagogico di Genova per persone Asperger.

Ma oggi anche per gli adulti, come per i bambini e i ragazzi, esiste un percorso di consapevolezza alla diagnosi, che li aiuta non solo a prendere coscienza del disturbo, ma anche e soprattutto a evidenziare le proprie peculiarità, mettendole in luce, in quanto “queste caratteristiche non sono malattie, ma modalità di vivere il mondoCosì a questo scopo, insieme alla collega Lalli Howell, Lumachi usa un metodo ormai collaudato, fatto di step precisi, e basato sulle passioni e abilità di ogni autistico. “Oltre alla difficoltà che hanno nella comunicazione sociale, per cui alcuni parlano troppo, altri non parlano affatto e altri ancora parlano sempre della stessa cosa – spiega – l’altra caratteristica che li contraddistingue è avere degli interessi particolari. Sono iperconoscenze monotematiche, che possono variare dalla musica a un temas specifico, come i dinosauri o la Formula Uno. Partendo da qui ognuno può essere consapevole del proprio Autismo”.

Si tratta, nel rispetto dei tempi e delle modalità della persona, di “far fiorire ciò che tendono a tenere nascosto e che invece va mostrato, perché mentre loro temono che si tratti di qualcosa di nessun interesse per gli altri, in realtà sono cose interessantissime”. E sono doti particolari, per cui c’è chi è capace a disegnare, chi modella, chi fa video e chi è esperto di fotografia e astronomia.

Come nel caso di F.C., 48 anni, laureato in Lettere, educatore, e appassionato di foto artistiche e pianeti, la cui storia dolorosa di persona autistica – solo a 45 anni ha scoperto di esserlo – ha ispirato un nuovo progetto. Si tratta di “Te la canto Me la suoni”, un’idea nata dalla collaborazione tra Simonetta Lumachi e Ivano Malcotti della Onlus Associazione Gruppo Città di Genova, e che sarà presentato il 5 maggio al Convegno Cartelli promosso dall’Istituto di Bioetica presso la Facoltà di Scienze della Formazione.

Lo scopo è quello di dare un supporto alla comunicazione delle persone con Disturbo dello Spettro Autistico attraverso strumenti che ne favoriscano l’espressione e la condivisione di sentimenti, emozioni, progetti e pensieri; un modo per elaborare sofferenza e fragilità e insieme recuperare e valorizzare i ricordi legati alla propria esistenza e narrare la propria storia per trarne benessere. E uno degli strumenti per raccontare di sé non può che essere la musica. Da qui, appunto, il nome del progetto “Te la canto Me la suoni”, ispirato alla storia di Casulli. Infatti Malcotti, poeta e autore di testi drammaturgici per il “Teatro di cittadinanza”, ascoltandola ha deciso di scrivere il testo di “Shutdown-Meltdown”, canzone musicata e cantata da Stefano Cabrera e Flavia Barbacetto.

Il titolo richiama due stati psicologici in cui si può venire a trovare una persona autistica, appunto il Meltdown, cioè “l’esplosione che non puoi trattenere -spiega Lumachi - che spesso è di autolesionismo o violenza verso oggetti o persone”, e lo Shutdown, che è il momento che viene subito dopo, caratterizzato dalla “chiusura, con pianto ininterrotto, la sofferenza per non esser riusciti a gestire la carica emotiva e il rimorso”. Ma con un lavoro mirato si riesce a fare in modo che queste fasi, specialmente la prima, si possa prevenire e controllare meglio. Dunque sono il Meltdown e lo Shutdown di F.C. ad aver ispirato la canzone, sul cui testo ha lavorato insieme a Malcotti per arrivare alla perfetta rielaborazione in musica della propria vita.

“Lo abbiamo smontato parola per parola – spiega Malcotti –: si tratta di una tecnica che uso per fare entrare completamente dentro al testo il protagonista, in modo che senta la canzone davvero sua. Serve a rafforzare i percorsi di consapevolezza, promuovendo la centralità della persona in un continuo interscambio di emozioni. Attraverso il progetto Te la canto Me la suoni ognuno potrà raccontare il proprio autismo, non solo con la musica, ma attraverso ogni forma d’espressione e mezzo”.

Intanto a breve sarà disponibile su YouTube il videoclip di “Shutdon-Meltdown”:

 

E’ una vita complicata

In salita per lo più

Non posare altri pesi

O sprofonda ancora giù  

è un dolore che uccide

quando il mondo si fa sordo

un sicario che è anche amico

è davvero un gran bastardo  

una ferita da lontano

Come risa trita-carne

quel bullismo dell’infanzia

Del mio pianto cosa farne

 

Ritornello  

SHUTDOWN SHUTDOWN

E’ UN CROLLO CHE INVADE  

MELTDOWN MELTDOWN

UNA FORZA CHE ESPLODE

SHUTDOWN SHUTDOWN

UN COLTELLO NELLA SCHIENA

MELTDOWN MELTDOWN

TAGLIA OGNI SCHEMA

 

Io non riesco a tacere

Non son forte in empatia

Ma cerco un altro modo

Tra silenzi e ipocrisia

Non capisco le espressioni

Doppi sensi e ironia  

Tutto è troppo complicato

Sembra un circo di follia

E’ il pensiero di ogni giorno

Quel bambino alla scrivania

Che pensava al suicidio

Come unica poesia

 

Ritornello  

SHUTDOWN SHUTDOWN

E’ UN CROLLO CHE INVADE  

MELTDOWN MELTDOWN

UNA FORZA CHE ESPLODE

SHUTDOWN SHUTDOWN

UN COLTELLO NELLA SCHIENA

MELTDOWN MELTDOWN

TAGLIA OGNI SCHEMA

 

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Medea Garrone

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