Attualità - 09 marzo 2020, 08:16

Coronavirus, scatta l'ordinanza: turisti lombardi e di zone rosse devono segnalarsi e stare a casa

Toti: “Abbiamo chiesto a tutti i cittadini provenienti dalla Lombardia o dalle zone equiparate alla Lombardia che sono venuti in Liguria dalla mezzanotte del 24 febbraio e non vi siano residenti di segnalarsi"

Coronavirus, scatta l'ordinanza: turisti lombardi e di zone rosse devono segnalarsi e stare a casa

“Abbiamo chiesto a tutti i cittadini provenienti dalla Lombardia o dalle zone equiparate alla Lombardia che sono venuti in Liguria dalla mezzanotte del 24 febbraio e non vi siano residenti, i cui spostamenti verso la Liguria e dalla Liguria non siano per comprovate esigenze lavorative o dettate da situazioni di necessità o da motivi di salute, di segnalare la loro presenza e il loro domicilio in Liguria attraverso la casella di posta elettronica sonoinliguria@regione.liguria.it o comunicarlo ai numeri telefonici 010548. 577.67 - 010548.86.79  e soprattutto di restare a casa e non uscire. L’obbligo di segnalazione scatta dalle 14 di domani 9 marzo”. Lo ha comunicato questa sera nel punto stampa sul coronavirus il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti dopo aver lavorato insieme alla task force regionale all’ordinanza regionale emanata oggi, a seguito del dpcm del governo per contrastare la diffusione del virus.

I numeri telefonici, attivi da oggi, lunedì 9 marzo alle 14, saranno contattabili, dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 16.

L’ordinanza del presidente di Regione Liguria vieta inoltre alle strutture ricettive e ai proprietari degli appartamenti a uso turistico della Regione Liguria di ospitare soggetti nei confronti dei quali si applichino le limitazioni previsti dal dpcm del governo e cioè che siano residenti in Lombardia oppure nelle province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro-Urbino, Venezia, Padova, Treviso, Novara, Asti, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli e Alessandria.

“Si tratta di disposizioni di buon senso e ci aspettiamo che le persone le rispettino per senso civico. – ha sottolineato il presidente Toti -  Ci aspettiamo collaborazione. In questo momento siamo ancora in una fase di relativa tranquillità rispetto alla disponibilità dei posti letto in terapia intensiva. Per questo dobbiamo fare in modo di evitare il più possibile il diffondersi del contagio e abbiamo il dovere e diritto di sapere dove sono le persone in questione per evitare l’aumento del contagio che può mettere in difficoltà le nostre strutture. Tutto questo non si applica a coloro che sono qui per ragioni di lavoro”.

Il presidente Toti ha ricordato che “in un momento come questo  serve rarefare il più possibile i contatti perché i cluster del passato non esistono più, dobbiamo sapere a quante persone eventualmente servono cure di terapia intensiva per poter offrire a tutti le cure più adeguate. Siamo convinti che le persone ci aiuteranno”.

Nel pomeriggio il presidente Toti e l’assessore regionale alla sanità Sonia Viale insieme all’assessore regionale alla Protezione civile Giacomo Gianmpedrone si sono collegati in video conferenza con il premier, i ministri e gli altri presidenti di regioni per discutere del dpcm approvato alle 2.30 dell’8 marzo.

“Si tratta di un decreto – ha detto Toti – che lascia molti maglie aperte e va necessariamente chiarito. E’ stato scritto e approvato senza sentire le regioni, per questo abbiamo emanato un’ordinanza che vuole da un lato gestire la questione sanitaria e dall’altro le dinamiche sociali. Con l’obiettivo di prescrivere ai soggetti individuati i9n arrivo dalla Lombardia e dalle province interessate gli stessi obblighi che avrebbero a casa loro, evitando tutti quegli spostamenti non procrastinabili. Oltre a fare divieto agli albergatori di ospitare nelle proprie strutture, alberghi o agriturismi persone provenienti dalle aree dell’art. 1 del dpcm, salvo che non risiedano in Liguria per questioni di lavoro”. .

L’ordinanza regionale con la prevista disposizione resterà in vigore fino al 3 aprile.   

Comunicato stampa

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