La direzione lavori dell'Autorità di Sistema Portuale, due rappresentanti della società appaltatrice, il direttore dei lavori ed il procuratore dell'azienda che ha firmato i contratti e due legali rappresentanti dell'azienda che aveva ricevuto il subappalto.
Questi i soggetti che sono stati inseriti nel registro degli indagati dal Pubblico Ministero Chiara Venturi in merito all'incendio in porto a Savona della palazzina dell'Autorità di Sistema Portuale avvenuto lo scorso 23 ottobre 2018.
L'inchiesta legata al rogo ha visto derubricare l'accusa da incendio doloso a incendio colposo da parte del Pm dopo le conclusioni del perito nominato dalla Procura Luca Marmo, docente del Politecnico di Torino.
Un'errata realizzazione della palazzina sarebbe quindi la causa che avrebbe portato l'edificio a prendere fuoco in meno di mezz'ora.
Dopo un lungo e accurato lavoro effettuato anche in collaborazione con i vigili del fuoco di Velletri che avevano svolto diverse simulazioni, dopo poco più di un anno l'inchiesta arriva quindi ad un punto cruciale.
Il rogo che, come è stato accertato dagli inquirenti, sarebbe partito da un cumulo di carta, avrebbe prima colpito la facciata dell'edificio costruita con un materiale altamente infiammabile, l'Argisol, che non sarebbe stata isolata con l'Etalbond. Se fosse stato effettuato anche solo quel passaggio, come precisato dalle ricostruzioni, le fiamme non si sarebbero propagate.
L'isolamento delle finestre sarebbe un altro aspetto al centro dell'inchiesta, poiché le fiamme sarebbero passate attraverso gli infissi visto che i pannelli realizzati con l'Argisol non avrebbero fatto da "protezione".