Attualità - 16 dicembre 2019, 18:45

Dall'Islanda al porto di Pra': ecco da dove arrivano le orche giunte nel Mar Ligure

Grazie al contributo e alla collaborazione di Orca Guardians Iceland, il team composto da "Menkab: il respiro del mare", Artescienza e Università degli studi di Genova è stato in grado di identificare il piccolo pod di orche

Foto Biagio Violi - Menkab, il respiro del mare/DISTAV

Foto Biagio Violi - Menkab, il respiro del mare/DISTAV

Il piccolo pod di orche che ormai staziona nella zona del porto di Pra' da più di due settimana, ha finalmente ottenuto una provenienza e identificazione. Grazie al contributo e collaborazione di Orca Guardians Iceland, il team composto da  "Menkab: il respiro del mare", Artescienza e Università degli studi di Genova è stato in grado di identificare le orche come esemplari riconosciuti in Islanda con i nomi di Riptide (SN113), Aquamarin (SN116) e Dropi (SN115) e infine la madre che ha perso il cucciolo nelle acque liguri identificata come SN114.

Questo è il primo riscontro in assoluto di orche che migrano tra Islanda e Italia con oltre 5000 km di spazio percorso. Grazie alle immagini scattate da Samuele Wurtz (Artescienza), Giulia Calogero (Presidente di Menkab) e Biagio Violi (Università di Genova) e dai colleghi del centro di ricerca islandese (Duncan Versteegh, Manon Themelin e Marie Therese Mrusczok) è stato possibile effettuare il matching fotografico e riconoscere così gli esemplari del pod.

"Il gruppo è stato identificato per la prima volta in Islanda nel 2014, riavvistato regolarmente nel 2015 e 2016 e infine nel giugno 2017. Per due anni non sono stati più segnalati fino al loro arrivo nel porto di Genova" ha dichiarato Giulia Calogero dell'associazione Menkab.

"Vista la particolarità quasi unica di questa situazione, ogni informazione è importante al fine di comprendere al meglio la dinamica che ha condotto qui le orche e poter ipotizzare, per quello che sarà possibile, come potrà evolversi un loro eventuale spostamento. Ringraziamo tutti gli enti coinvolti in questa situazione come Whale WatchGenova e coloro che hanno gestito le attività in merito, Acquario di Genova, Tethys e Capitaneria di Porto di Genova" ha concluso infine Giulia Calogero.

redazione

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